Il 20 dicembre scorso il 35% dei sindaci e consiglieri comunali della Città Metropolitana di Torino ha disertato le urne per rieleggere il Consiglio Metropolitano. Due mesi prima il 58% dei torinesi NON ha esercitato il diritto di voto per eleggere il sindaco della Città.
Se l’assenteismo elettorale dei cittadini è stato interpretato come sfiducia nella politica e nei candidati al governo della città, che dire dell’assenteismo dei politici dell’Area Metropolitana? Che loro per primi, non hanno fiducia in se stessi e nella loro capacità di governo di quell’Area vasta?
Sicuramente non hanno dato brillante prova di sé il 5 giugno 2020 quando una minoranza di blocco di Comuni soci SMAT ha impedito la sua trasformazione in azienda di diritto pubblico per gestire l’acqua come bene comune e non come merce.
Non ci adeguiamo al cicaleccio della disinformazione e della manipolazione mediatica sul precario stato di salute delle istituzioni democratiche di ogni livello, ma ci chiediamo come contrastare un vero e proprio processo di delegittimazione degli strumenti di governo nazionale e locale, patrimonio costituzionale di ciascuno di noi.
Evidente è la responsabilità delle forze politiche che scaricano sulle istituzioni le loro difficoltà di rapporto con la società, e le proprie insufficienze. Hanno approvato riforme istituzionali ed elettorali miranti non già a rafforzare gli istituti di democrazia diretta, ma a stravolgere l’equilibrio costituzionale tra assemblee elettive e governo: la legge Delrio n. 56/2014 sulle Città Metropolitane ne è l’esempio fallimentare.
Ed è proprio questo che vogliono le tecnocrazie a cui piace comandare senza legittimazione democratica e perciò mal sopportano l’autonomia della politica e delle assemblee elettive, dai Comuni al Parlamento.
Non pensiamo che sia stato per indifferenza, assenteismo, ignavia che i 1310 sindaci e consiglieri comunali hanno disertato le urne il 20 dicembre 2021 per il rinnovo del Consiglio Metropolitano di Torino.
Ma se anche loro, come i tanti cittadini torinesi che non hanno votato il 18 ottobre scorso, non ne possono più di questo sistema, allora si riprendano i poteri e le funzioni riconosciute dalla Costituzione!
Sostengano la richiesta di stralcio dell’Art. 6 del Disegno di legge sulla Concorrenza che espropria i Comuni italiani del potere di governo dei servizi pubblici locali, a partire dall’acqua.
Si uniscano ai Comuni italiani che hanno già approvato l’ordine del giorno scaricabile qui: https://www.acquabenecomune.org/attachments/article/4191/Odg_DDL_Concorrenza_servizi_pubblici_novembre_2021_sintesi.pdf
Si scrive acqua, si legge democrazia