Sabato 11 dicembre alle 17:30 presso la Casa del Popolo di Via Genova 19 (nei pressi della Stazione Centrale di Napoli) si terrà la presentazione del libro “Rifondazione Comunista. Dal movimento dei movimenti alla chiusura di «Liberazione», storia di un partito nella crisi della sinistra italiana” (Cooperativa editoriale Red Star Press, 2021) alla presenza dell’autore Sergio Dalmasso, storico e autore di libri e saggi su dirigenti del Movimento operaio (da Lelio Basso a Rosa Luxemburg a Lucio Libertini), nonché redattore di riviste storiche.
Ne discuteranno con l’autore Paolo Esposito Mocerino, componente del Comitato Politico Federale del PRC-SE di Napoli; Luca Cangemi, componente della segreteria nazionale del PCI; Elena Coccia, segretaria provinciale PRC-SE di Napoli e membro del Comitato Politico Nazionale; Raul Mordenti, già docente universitario e autore del libro “Non è che l’inizio. Vent’anni di rifondazione comunista” (Edizioni Punto Rosso, 2011); Giovanni Russo Spena, già Senatore della Repubblica e autore di una delle introduzioni del libro.
L’uscita, in queste settimane, del secondo volume di Sergio Dalmasso sulla storia di Rifondazione Comunista, riguardante il periodo 2001-2011, è un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire per chi è interessato a fare memoria riflettendo sul proprio percorso ma anche per trasmettere ai più giovani – nei suoi aspetti positivi e negativi – il bilancio di quella che resta l’esperienza più significativa dell’opposizione sociale e politica del nostro Paese, con una breve parentesi governista.
Ciò che è interessante del libro di Dalmasso è il suo taglio, la sua impostazione, dove l’Autore ha “tentato di raccontare i fatti specifici, di legarli al quadro di un decennio che ha visto l’affermazione dell’economia neo-liberista globalizzata, ma anche movimenti altermondialisti e antisistemici, che ha segnato l’ennesimo scacco del tentativo di condizionare in senso riformistico il governo di uno dei maggiori paesi capitalistici, ma che ha anche visto Rifondazione, per una fase, impegnarsi nell’essere collante di esperienze diverse, l’unica formazione politica capace di dare voce alle istanze del Movimento dei Movimenti” (così Dalmasso alla pag. 280 delle conclusioni).
Insomma nel volume non c’è “l’ottica del tifoso”, di appoggio ad una o all’altra delle componenti che hanno dato vita alle varie scissioni del PRC, né tantomeno di schieramento aprioristico a favore di chi nel PRC ci è restato.
Pertanto è veramente difficile coniugare approccio storico e necessità militante, tuttavia ci sembra che l’Autore riesca a rispondere in maniera soddisfacente ad entrambe le esigenze. Con questa iniziativa, quindi, si spera di dare un contributo ad un confronto critico ed autocritico che vada ben aldilà dei diretti interessati.
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