Cancellata la condanna all’ex-questore Francesco Colucci: era accusato di aver modificato la propria testimonianza per difendere De Gennaro
La Cassazione ha annullato la condanna a 2 anni e 8 mesi dell’ex questore di Genova ai tempi del G8 2001, Francesco Colucci : il processo d’appello dovrà essere rifatto, ma la prescrizione scatterà tra qualche giorno e quindi l’ennesima pietra tombale verrà posta sulla ricerca della verità e della giustizia.
Colucci era stato condannato perché avrebbe reso falsa testimonianza in relazione alla ricostruzione delle fasi immediatamente precedenti all’irruzione della polizia nella scuola Diaz: avrebbe modificato la sua deposizione per alleggerire la posizione dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro e del dirigente della Digos genovese Spartaco Mortola.
Non sfugge a nessuno che se la condanna fosse stata confermata, e cioè se fosse stato stabilito che il questore modificò la sua deposizione dopo un colloquio con l’allora capo della polizia, la logica avrebbe imposto di rimettere in discussione la decisione con la quale la stessa Cassazione aveva annullato tempo addietro (senza nemmeno richiedere un nuovo giudizio), la condanna di De Gennaro, il quale era stato accusato di aver indotto Colucci a modificare la sua precedente deposizione.
L’annullamento della condanna di Colucci e l’aver posto la parola fine a tutta la vicenda, mette definitivamente al riparo da ogni ulteriore polemica il potentissimo ex capo della polizia, ex capo dei servizi segreti e attuale top manger di Finmeccanica.
Ben consapevole di tale situazione, il procuratore generale di Genova commentando, prima della sentenza, la richiesta di rifare il processo d’appello all’ex questore, aveva giudicato “assolutamente assurdo che De Gennaro e Mortola siano stati giudicati prima separatamente dal Colucci: non è ¨un modo brillante di affrontare i processi giudicare in momenti separati il mandante e il killer”, parole testuali.
L’annullamento della condanna a Colucci giunge solo qualche giorno dopo la scandalosa sentenza sull’assassinio di Cucchi; la morale è sempre la stessa: un’ampia garanzia d’impunità per coloro che agiscono coperti dallo scudo di una divisa. In questo caso specifico, considerato che sulla divisa in questione molte sono le medaglie e ancora di più sono quelle sulla divisa dell’allora capo supremo del questore, la prudenza non è mai troppa ed infatti i media main stream, tranne qualche valorosa eccezione, si sono subito allineati al silenzio “di stato”.