Gli anni ’70 saranno ricordati anche per aver contribuito ad affermare che comunicare è un diritto e conta la trasparenza della comunicazione. Principio di libertà basilare che precorre l’avvento dei social network e stabilisce che più voci vadano ascoltate. La primissima radio libera, anzi clandestina, nacque per iniziativa di Danilo Dolci a Partinico (Palermo) il 25 marzo 1970 per sollecitare la mancata ricostruzione del Belice dopo il terremoto. La trasmissione durò solo 27 ore, poi fu bloccata dalle forze di polizia, ma il segnale radiofonico di “Radio Sicilia Libera” aveva rotto il monopolio di Stato sulle trasmissioni via etere, denunciando il potere mafioso che si era impossessato dei soldi destinati alle necessità dei terremotati. Nel luglio del 1976 la sentenza n. 202 della Corte Costituzionale liberalizzò le trasmissioni radiotelevisive via etere e in quel clima iniziarono a sorgere le emittenti.
Nacque in quel periodo anche Radio Radicale, caratterizzata da un afflato libertario, dall’improvvisazione, dall’uso di attrezzature di fortuna con bassi costi di produzione, distinguendosi per la sua particolare filosofia editoriale. E’ stata la prima radio in Italia a trasmettere in diretta le sedute del Parlamento, congressi di partito, processi come quello a Enzo Tortora, finalizzati alla trasparenza democratica.
Una parte significativa dell’azione di questa radio e dei suoi militanti, accomunati dalla nonviolenza e dalle battaglie per i diritti civili, è raccontata nel film documentario Onde radicali, per la regia di Gianfranco Pannone, scritto con Marco Dell’Omo e Simonetta Dezi. Una produzione voluta da Mario Mazzarotto con Movimento Film e Ganesh Produzioni, realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura. Il film è stato selezionato alla Festa del cinema di Roma e proiettato in prima mondiale. Tanti i testimoni: Paolo Vigevano, Pino Pietrolucci, Claudia Rittore, Emma Bonino Francesco Rutelli, Rita Bernardini, Marco Taradash, Gianfranco Spadaccia, Valter Vecellio, Roberto Giachetti, Valeria Ferro, Antonio Cerrone, Alessio Falconio, Paolo Chiarelli, Lorena D’urso ed Ettore Iorio, Annachiara Mottola Di Amato, Pietro Forti della rivista Scomodo.
Il suo co-fondatore è Pino Pietrolucci, che offrì a Marco Pannella una dotazione pronta. Pannella acconsentì all’idea che Radio Radicale prendesse vita sulla frequenza di 88.6. Era gestita da un gruppo di militanti radicali in un piccolo appartamento di Roma situato in via di Villa Pamphili, nel quartiere Monteverde. Durante la campagna elettorale del 1976, Marco Pannella, insieme all’allora direttore Pino Pietrolucci, fu protagonista di un filo diretto con gli ascoltatori che durò 72 ore. Dal 1982, la radio trasmette solo musiche tratte da messe da requiem: Mozart, Verdi e Fauré. Decisione presa da Pannella in occasione della campagna per la lotta alla fame nel mondo e mai più revocata.
Il documentario Onde radicali ruota intorno a fatti di cronaca che lasciarono il segno nel Paese e dei quali la radio fu protagonista e testimone diretta: l’uccisione di Giorgiana Masi durante una manifestazione promossa dai radicali nel 1977, il rapimento e la liberazione del giudice Giovanni D’Urso, l’arresto e la gogna giudiziaria subita da Enzo Tortora, l’uccisione del corrispondente della radio in Cecenia Antonio Russo. Senza dimenticare quella volta negli anni ’80 quando dalle trasmissioni notturne a microfoni aperti di Radio Radicale nacque una mobilitazione che portó ad approvare la legge (L. 24 aprile 1982, n. 164) sul diritto a cambiare sesso. Diversamente da quanto sta accadendo oggi con il ddl Zan, i tabù di quaranta anni fa non fermarono un provvedimento che sanciva il diritto di ciascuno ad affermare la propria identità sessuale.
Onde Radicali andrà in onda il 2 novembre alle 21.15 su Sky Documentaries, disponibile On Demand e in streaming su NOW.