Un migliaio in Piazza Duomo a Milano, in rappresentanza di oltre 50 associazioni e organizzazioni attive in tutta la Lombardia: tornare a un servizio sanitario pubblico per garantire il diritto alla salute per tutti, senza differenze e discriminazioni.
Una enorme flacone di vaccino contro le privatizzazioni e centinaia di candele bianche davanti a una grande croce in memoria degli oltre 35.000 morti di Covid 19 in Lombardia: una Piazza Duomo dove circa mille persone provenienti da diverse parti della Lombardia hanno chiesto con determinazione una decisa inversione di rotta nelle scelte per la salute e per la salvezza del servizio sanitario pubblico. Tantissime le associazioni, forze sociali e organizzazioni che hanno risposto all’appello di Medicina Democratica e del Coordinamento Lombardo Dico 32: “Difendere la sanità pubblica dagli ennesimi tentativi di rafforzare il settore privato con la pseudo riforma della legge 23/2015 che la Giunta regionale sta predisponendo: è questo il nostro obiettivo, che oggi ha visto un momento di particolare condivisione”, ha detto Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica, intervenendo in apertura.
Una manifestazione che da tempo non si vedeva a Milano sui temi della salute: “La salute non si vende, la sanità pubblica si difende! Vogliamo un servizio pubblico universale, gratuito, partecipato e di qualità. Nessun profitto sulla nostra pelle”, questo il messaggio condiviso da un ampio schieramento, che raccoglie tanti movimenti e associazioni di volontariato, che hanno vissuto sulla propria pelle gli effetti della privatizzazione, soprattutto sulla medicina territoriale. Il suo depotenziamento, in particolare, ha causato un ulteriore carico di morte per l’inadeguata e caotica gestione della pandemia. Venti gli interventi che si sono succeduti dal palco mobile, allestito davanti al Museo del Novecento, su cui campeggiava un enorme flacone di “vaccino anti-privatizzazione”.
Fra i tanti interventi Vittorio Agnoletto, dell’Osservatorio Coronavirus, Delfina Colombo delleACLI, Melissa Oliviero della CGIL, Nadia Riva del comitato difesa pubblica Sud ovest Milano, oltre ai consiglieri di opposizione Fabio Pizzul, PD, Marco Fumagalli, M5S, Michele Usuelli Europa+ e dei rappresentanti di Rifondazione, Sinistra Italiana e dei sindacati di base.
Una piattaforma in 22 punti contiene le richieste fondamentali per la salvezza e la riforma del servizio sanitario pubblico regionale. “Chiediamo – ha aggiunto Marco Caldiroli – un servizio socio-sanitario basato sui bisogni dei cittadini, con obiettivi di salute misurabili con gli strumenti dell’epidemiologia. Chiediamo una medicina territoriale basata sui distretti, sulla integrazione dei servizi sanitari e sociali, sulla prevenzione e su ruoli ben definiti fra ospedali e case della comunità”.