Luglio 2016: il neo-eletto sindaco Sala convoca la prima riunione di Giunta presso un antico edificio di Crescenzago, la vecchia sede del comune, un edificio storico. Il messaggio è: “Ripartiremo dalle periferie, loro hanno la precedenza!”
Settembre 2021, alle porte di una ri-elezione, lo stesso sindaco sta dietro l’ennesimo scempio in questa città: quello stesso edificio (dove hanno sede l’Anpi, la Banda musicale e Legambiente) sta per essere svenduto.
Scrive l’instancabile Giuseppe Natale, presidente dell’Anpi di Crescenzago:
“Nell’area di Via Meucci, di fronte all’antico Palazzo, l’ultimo fazzoletto di suolo libero sta per essere coperto da un palazzone della Coop edilizia Uniabita (aderente alla Lega Coop). Eppure si aspetta da 40 anni una piazzetta nel verde prevista dal PRG del 1980, che viene modificato in edificabile dal Piano di Governo del Territorio di Pisapia/De Cesaris. Sala e Maran eseguono e cementificano. Anpi, Legambiente, Banda musicale e le associazioni tutte di Casa Crescenzago si oppongono. Il centro storico di Crescenzago, nel contesto paesaggistico e architettonico sulle sponde del naviglio Martesana, non deve essere manomesso.
Sempre Casa Crescenzago, mentre prende atto che il Comune, finalmente, dopo una ventina d’anni ha avviato i lavori di ripristino del giardino di Via Amalfi (sempre sulle rive della Martesana e a pochi passi dal Palazzo ex Comune di Crescenzago), si propone come soggetto che intende partecipare alla realizzazione del progetto con proposte migliorative. Proprio lì i cittadini hanno creato uno spazio all’aperto con incontri ed iniziative culturali e un orto, che non devono essere dispersi ma valorizzati.”
Le notizie che ci arrivano dalla principale metropoli del Nord Italia si assomigliano: Lorenteggio con case rase al suolo, alberi abbattuti, una iniziale “partecipazione” della popolazione viene presto abbandonata, una zona di verde dove una volta si esercitavano i carri armati dell’esercito (piazza d’Armi) minacciata di cementificazione, un parco a lato dello stadio di san Siro che rischia di sparire per vedere altro cemento, una cascina nella periferia Sud, la cascina Campazzino, che viene privatizzata invece di vedere un investimento pubblico.
Ovunque i cittadini e le cittadine resistono, scrivono, chiamano, si riuniscono, pubblicano, fotografano, raccolgono firme, stampano volantini, manifestano, pedalano, presidiano, e poi ricominciano, scrivono, chiamano, si riuniscono….
Una grande stanchezza e rabbia aleggia, parlando con questi comitati.
Nei giorni scorsi all’interno del parco Ticinello si è svolta un’interessante assemblea dove hanno partecipato diversi di questi comitati, uniti dal desiderio che i beni comuni siano davvero tali.
Mettere insieme le forze sarà sempre più necessario.
Milano, medaglia d’oro della Resistenza, saprà resistere e rialzarsi? Ce n’è bisogno.