Ieri sera si è tenuta, al Cap 10100 a Torino, un’iniziativa promossa da Sinistra Ecologista dal titolo “Il clima che cambia a Torino”
Al dibattito hanno partecipato Elly Schlein (Vicepresidente Emilia-Romagna), Rossella Muroni (Deputata) e Roberto Mezzalama (autore del libro “Il clima che cambia l’Italia” edito da Einaudi e candidato con Sinistra Ecologista), ha moderato Jacopo Rosatelli (candidato con Sinistra Ecologista).
Roberto Mezzalama ha evidenziato l’importanza di spiegare e far comprendere che il cambiamento climatico è qui ed ora nelle nostre città.
Il cambiamento climatico, ha continuato Mezzalama, ha un impatto psicologico, emotivo, oltre che molto pratico nella vita quotidiana di tutti noi: emblematico l’esempio di un pescatore di Chioggia che ha dichiarato di non essere più in grado di “leggere” i segni del mare, cosa che ha un impatto anche sulla sua sicurezza.
Un altro esempio raccontato riguarda una nota azienda vinicola che ha scelto per alcune proprie produzioni, proprio a causa dei cambiamenti del clima, di comprare uve che provengono da vitigni sopra i 300 metri di quota, il che implica un impatto economico negativo per tutti coloro che hanno vitigni sotto quell’altitudine.
E’ stato approfondito il tema del PNRR, argomento che investe direttamente anche le nostre città.
Rossella Muroni ha sottolineato come sia stata positiva la risposta Europea al cambiamento climatico: il Green New Deal, di quanto siano importanti l’economia circolare, il consumo consapevole e le comunità energetiche; in sintesi dell’importanza di una società circolare. Un accento è stato posto anche sull’agricoltura biologica.
Una città come Torino dovrebbe avere l’ambizione di realizzare, soprattutto nei quartieri periferici, comunità energetiche, in modo che i cittadini possano autonomamente produrre energia pulita, non inquinante, non dipendente dai combustibili fossili, e a basso costo.
E’ stato ricordato quanto problemi come ad esempio il dissesto idrogeologico, citando anche il Po, si stiano aggravando proprio a causa del cambiamento climatico: occorre, dichiara Muroni, “una radicalità nelle risposte, che non è estremismo, ma coerenza e onestà” rispetto alla gravità e complessità dei problemi che il clima sta generando.
Ha poi concluso: “Chi sostiene che la transizione ecologica è un bagno di sangue denuncia la propria inadeguatezza, la transizione ecologica va guidata, se c’è qualcuno che non è in grado di farlo è bene che vada a casa: è una pagina della storia in cui non possiamo permetterci di fallire.
Le città saranno centrali nella sfida al mutamento climatico. Se c’è un punto debole nel PNRR italiano è la marginalità del ruolo delle città“.
Elly Schlein ha evidenziato quanto la politica da troppo tempo abbia rinunciato a darsi una visione di medio e lungo termine; quanto Torino stia soffrendo il cambiamento climatico, quanto il territorio della città e della regione sia estremamente fragile, e quanto venga ulteriormente danneggiato dagli eventi atmosferici straordinari causati dal cambiamento climatico, con gravi danni all’economia, in particolare all’agricoltura.
Citando “la città dei 15 minuti” di Carlos Moreno (Sorbona- Parigi) ha spiegato l’importanza della prossimità, citando anche la prossimità dei presidi sanitari e sociali: servizi più vicini e più fruibili favoriscono una mobilità sostenibile.
Ha sottolineato quanto la cittadinanza Torinese, in particolare le persone molto giovani, abbiano risposto all’urgenza del cambiamento climatico, con riferimento alla venuta, non a caso, di Greta Thunberg a Torino nel dicembre del 2019.
Ha inoltre ricordato che queste persone impegnate nell’ambiente si sono poi spese anche per altre istanze: Black Lives Matter, lotte sindacali, di parità e libertà di genere, “tenendo insieme queste battaglie“, e che la loro è una lotta intersezionale, con una visione, quindi, ampia a complessiva dei problemi
Il modello neo-lliberista e patriarcale, continua Schlein “aumenta le diseguaglianze, se ne nutre e al contempo sfrutta in modo del tutto insostenibile le risorse del pianeta, compromettendo le capacità degli ecosistemi di rigenerarsi”
Ha poi ricordato le tre direttrici indicate dell’UE: transizione ecologica, trasformazione digitale e inclusione sociale, quest’ultima meno citata, ma altrettanto importante e che sancisce quanto i processi ecologici e digitali debbano essere sviluppati in modo che tutti ne possano usufruire e giovare, che ne benefici quindi tutta la società, anche e soprattutto la parte più fragile.
Le condizionalità disposte dall’UE per l’ottenimento dei finanziamenti ci impongono quindi politiche trasversali, tuttavia la mole di risorse che arriverà è ingente: occorre non permettere che risorse vengano ottenute da chi fa “greenwashing“.
Schlein ha poi continuato: “L’ambizione dev’essere quella di ripartire da basi radicalmente diverse cambiando il modello di produzione, consumi e sviluppo” uscendo “dalla falsa contrapposizione tra lavoro e ambiente, di cui tanta parte della politica – e anche della sinistra – in questi anni è stata vittima”.
Critiche unanimi sono state indirizzate alle dichiarazioni del Ministro della Transizione Economica Cingolani: “La transizione ecologica potrebbe essere un bagno di sangue”.
Una dura critica è stata anche indirizzata al sistema mediatico mainstream – anche a quello comunemente ascrivibile al centro sinistra – che continua a far passare il messaggio che la transizione ecologica sarà un “bagno di sangue”.
E’ stato definito come un sistema che sui temi legati all’ambientalismo è “indietro”, inoltre è stato posto l’accento al potere sulle testate che hanno gli inserzionisti, i quali rappresentano una notevole fonte di sostentamento, con particolare riferimento quindi alle aziende che commercializzano combustibili fossili.