All’Università di Tor Vergata una tre giorni dedicata ai venti paesi più poveri del mondo.
“Nonostante si siano avviati già da tempo i processi di decolonizzazione, l’imperialismo non è ancora concluso, soprattutto il colonialismo culturale”. Stefania N’Kombo, coordinatrice di Altro Ateneo, un collettivo studentesco dell’università romana di Tor Vergata, venerdì pomeriggio ha dato il via a ‘The Last 20‘, tre giorni di incontri e dibattiti per ascoltare la voce dei venti paesi più poveri del mondo. L’iniziativa vuole porsi come alternativa al G20, anche in chiave di invito alla riflessione e al cambio di prospettiva.
In un’intervista con l’agenzia Dire, N’Kombo denuncia che “i primi venti paesi decidono sempre le sorti del mondo senza dare possibilità di replica“. Secondo l’attivista, “nei paesi privilegiati alcune volte la cosa essenziale è stare in silenzio e ascoltare chi nella storia non ha mai avuto momenti di protagonismo”.
Sabato pomeriggio N’Kombo interviene al dibattito “Conoscenza, alta formazione, ricerca: cooperazione interuniversitaria” incentrato sulle collaborazioni tra gli atenei. Gli incontri di ‘The Last 20’, infatti, si terranno tutti negli spazi dell’università di Tor Vergata. “I luoghi istituzionali devono aprirsi al mondo e alle altre culture per creare occasioni di formazione – spiega N’Kombo – Gli incontri di questi giorni non hanno niente da invidiare ai bianchissimi seminari ai quali siamo abituate”.
RIZZUTI: “BASTA VEDERE L’EUROPA COME IL CENTRO DEL MONDO”
“Siamo abituati a vedere l’Europa al centro del mondo, mentre nella mappa di ‘The Last 20’ è solo una piccola macchia rossa. Con questi incontri vogliamo aprire un percorso per stimolare riflessioni: si tratta di un sogno, che parte dalla non accettazione della realtà e dalla volontà di cambiarla”. Così Domenico Rizzuti, responsabile della tappa romana di ‘The Last 20’, durante il dibattito di apertura dell’iniziativa all’università di Tor Vergata. Rizzuti ha inoltre annunciato la volontà, da parte del comitato ‘The Last 20’, di “istituire un osservatorio al fine di produrre un rapporto annuale su questi paesi. Vogliamo mantenere alta l’attenzione e andare oltre gli stereotipi attraverso i quali vengono sempre rappresentati”.
CHUKWU (FEDAI): “FAVORIRE SCAMBI TRA STUDENTI EUROPEI E AFRICANI”
Presente all’incontro anche Godwin Chukwu, presidente della Federazione delle diaspore africane in Italia (Fedai), che ha posto l’accento sulla necessità di investire nella formazione e negli scambi tra gli studenti europei e quelli africani. “Dobbiamo colmare l’enorme divario tra i paesi ricchi e quelli poveri – ha dichiarato – L’aggiornamento continuo degli insegnanti africani è sicuramente uno strumento, così come le relazioni interuniversitarie”.