Alla vigilia della visita del presidente cileno Sebastián Piñera in Spagna, Francia, Italia e Regno Unito, Amnesty International ha scritto alle autorità di questi paesi segnalando le preoccupazioni per le gravi violazioni dei diritti umani in corso in Cile e per la perdurante impunità nei confronti dei loro autori.
“A quasi due anni dalle proteste iniziate nell’ottobre 2019, segnate da attacchi generalizzati dei carabineros [le forze di polizia] nei confronti della popolazione cilena, le indagini su gravi violazioni dei diritti umani e su possibili crimini contro l’umanità vanno avanti a fatica”, ha dichiarato Erica Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe.
“Nessun funzionario dello stato con responsabilità di comando è stato finora processato e in molti casi gli stessi agenti che hanno commesso violazioni dei diritti umani continuano a restare al loro posto e a fronteggiare le proteste. La comunità internazionale non può rimanere complice silenziosa di questa impunità”, ha aggiunto Guevara-Rosas.
Pertanto, Amnesty International ha sollecitato le autorità di Spagna, Francia, Italia e Regno Unito a sottoporre, durante gli incontri col presidente Piñera, le seguenti richieste alle autorità cilene:
– garantire che la procura nazionale e la magistratura siano dotate di tutte le informazioni e le risorse necessarie per svolgere indagini tempestive, approfondite, indipendenti e imparziali in modo da ricostruire la catena di comando all’interno dei carabineros che permise di violare in modo generalizzato il diritto all’integrità personale durante le proteste iniziate nell’ottobre 2019;
– adottare tutte le misure necessarie per fornire riparazioni alle vittime e alle loro famiglie, tra cui riabilitazione, cure e riparazioni in favore delle vittime di traumi oculari. In particolare, rafforzare il Programma integrale di riparazione oculare, ponendo rimedio alle numerose critiche avanzate proprio da coloro che dovrebbero essere i beneficiari di tale programma;
– promuovere una riforma strutturale dell’istituzione dei carabineros in modo da assicurare davvero che le forze di polizia rispettino rigorosamente le norme internazionali sull’uso della forza e il diritto alla vita e all’integrità personale, e introdurre meccanismi efficaci per chiamare a rispondere del loro operato i responsabili di violazioni dei diritti umani;
– prendere tutte le misure necessarie per proteggere la libertà d’espressione e di manifestazione pacifica ed evitare che fatti gravi come quelli documentati da Amnesty International possano ripetersi ancora.
Ulteriori informazioni
Amnesty International ha documentato violazioni di massa del diritto all’integrità personale, da parte dei carabineros, durante le proteste iniziate nell’ottobre 2019 che hanno segnato un picco nella recente storia del Cile dal punto di vista dell’ampiezza delle rivendicazioni sociali e delle conseguenti ripercussioni sul piano sociale e politico.
Secondo i dati della procura generale e dell’Istituto nazionale dei diritti umani, 8000 persone sono state vittime della violenza di stato e oltre 400 hanno riportato danni alla vista, talvolta permanenti.
Amnesty International ha rinvenuto prove sufficienti per sostenere che queste violazioni generalizzate siano state frutto di una politica intenzionale di arrecare danni ai manifestanti ai fini di spegnere le proteste o siano state comunque considerate un male necessario.
La dimensione e la costanza delle violazioni dei diritti umani e di possibili crimini contro l’umanità avrebbero potuto essere evitate se i funzionari che avevano responsabilità di comando e coloro che erano presenti in piazza avessero adottato misure adeguate. Gli alti dirigenti dei carabineros hanno oltretutto consentito l’impunità all’interno della loro istituzione ostacolando anche l’accesso della procura alle informazioni.
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