Oggi, ad un anno dal disastro di Beirut, il Libano sta attraversando una crisi economica e politica senza precedenti. All’origine della depressione economica vi sono diverse cause: default finanziario decretato nel marzo 2020, la pandemia da Covid 19 peggiorata da agosto 2020, la forte carenza di cibo, una lunga e intensa crisi politica. Lo Stato libanese, attualmente, non ha i mezzi necessari per combattere la mancanza di medicine, di cibo e del combustibile che alimenta le due centrali elettriche del paese. Il governo, infatti, riesce a garantire l’elettricità solo per poche ore al giorno e soltanto chi può permetterselo può ricorrere all’uso di generatori. Così come il resto del mondo, il Libano deve far fronte alla nuova ondata della variante Delta e negli ultimi giorni si sono registrati più di 1000 casi al giorno. Ancora una volta il fragile sistema sanitario del Paese deve affrontare con enorme difficoltà l’inasprimento dei contagi.
Un anno fa, esplodevano 2750 tonnellate di nitrato di ammonio stoccate e dimenticate da anni in un deposito del porto di Beirut. L’esplosione provocò più di 200 morti, circa 7000 feriti e 300000 sfollati. a distanza di mesi, non è stato trovato ancora un colpevole e le famiglie delle vittime chiedono giustizia. Ieri a Beirut migliaia di persone hanno marciato nel ricordo dei propri cari e durante la commemorazione alcuni gruppi dei manifestanti hanno lanciato dei sassi contro le forze dell’ordine e questi ultimi non hanno esitato nel reprimere con la forza. Diverse persone sono state ferite, tra cui anche agenti, e trasportate negli ospedali vicini. Durante la cerimonia le campane delle chiese hanno suonato interrottamente, in contemporanea alle preghiere dei muezzin nelle moschee. Un segno che dimostra unione tra le due professioni religiose.
La folla che ha partecipato alla marcia si è raggruppata lungo l’autostrada che costeggia il porto di Beirut e si sono formati cortei con persone provenienti da ogni area del paese. Hanno preso parte i familiari delle vittime, attivisti, critici del governo accusato di corruzione, membri di categorie professionali come avvocati, medici e insegnanti.
La popolazione libanese, forte e solidale, desidera giustizia e non si può perdere altro tempo. Il governo libanese deve assumersi le sue responsabilità e deve smettere di ostacolare le indagini.