Apprendiamo dell’avvenuto incontro di Eva Di Stefano con l’Assessore ai beni culturali della Regione siciliana che pare abbia recepito tutte le indicazioni della campagna promossa dalla storica dell’arte. Infatti sembra siano state accolte le richieste di realizzare la Casa-Museo “Ernesto Basile” a Villino Ida – come proposto nella petizione Di Stefano”– e “un percorso liberty a Palermo che comprenderà altri edifici già di proprietà regionale come il Villino Florio e il Villino Favaloro con destinazione museale”.

Per la ex-Villa Deliella, altro punto dirimente della raccolta firme, l’orientamento dell’amministrazione, dopo l’espropriazione dell’area, sarebbe quello “di farne uno spazio verde con una struttura leggera di accoglienza e di informazioni sull’itinerario liberty“ quindi – con legittima soddisfazione della promotrice della raccolta firme – “non più la temuta costruzione di un nuovo edificio museale”.

Noi della redazione di Pressenza che sin dall’inizio abbiamo rilanciato, diffuso e appoggiato la campagna, registriamo un cauto ottimismo, affinché – dopo il dissenso alle scelte della politica manifestato da gran parte della cittadinanzAttiva – si possa inaugurare una nuova stagione, quella della partecipazione attiva: le cittadine e i cittadini debbono continuare ad essere parte essenziale nei processi di rigenerazione urbana e nella riprogettazione degli spazi sociali e culturali della città, avendo riguardo non solo ai centri storici (oggi aggrediti da una turistificazione insostenibile, cioè da un’offerta che cura più l’«apparenza della città» nei suoi assi viari principali soggetti alla mercificazione, trascurando le problematiche esistenziali che travagliano il vissuto dei suoi abitanti), ma anche alle periferie marginalizzate e che andrebbero riqualificate portando in quel tessuto socio-territoriale quelle “infrastrutture culturali” necessarie a far riemergere le comunità dai bassi standard di qualità della vita.

Perché quanto sopra detto si realizzi, gli esecutivi amministrativi, ad ogni livello della cosa pubblica, dovrebbero tenere conto delle sollecitazioni dal basso ed aprire tavoli partecipativi integrati, con la presenza di una componente tecnico-scientifica plurale (a garanzia dell’interesse comune sociale) capace di mettere la collettività nelle condizioni di operare delle scelte condivise e consapevoli.

Per chiudere, ribadiamo ancora una volta che siamo contrari alla gestione privatistica del patrimonio culturale comune che in nome della “valorizzazione” ha visto crescere processi di esternalizzazione dei servizi istituzionali, compiti prima esplicati, per la natura stessa delle finalità pubblicistiche, dalle amministrazioni statali, regionali e locali e attendiamo che quanto prima si attivino le procedure tecniche ed amministrative finalizzate alla nascita del bene comune Casa-museo Ernesto Basile, alla realizzazione dello spazio pubblico e comune a cui sarebbe destinata l’area della ex-Villa Deliella e al percorso cittadino del Liberty, con il coinvolgimento della cittadinanzAttiva, allargando così la sfera partecipativa a quanti vorranno contribuire. Ma soprattutto ci auguriamo che questi beni materiali ed immateriali non perdano mai nei fatti la natura patrimoniale collettiva, come è successo per altre reti infrastrutturali, un esempio per tutti: la gestione privata delle autostrade con gli esiti nefasti che conosciamo.

Con questi presupposti la costruzione del percorso del Liberty a Palermo potrebbe essere il primo segno di un’inversione di rotta – quantomeno nella dimensione regionale, facendo leva sulla autonomia speciale statutaria siciliana – verso l’autovalorizzazione collettiva delle comuni reti infrastrutturali della cultura che le autorità pubbliche dovrebbero tutelare, nel segno della conservazione ed in favore delle generazioni future.

 

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