Zona di confine tra Siria e Turchia.
L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) mette in guardia dall’istituzione di una zona cuscinetto nel Nord della Siria sotto controllo della Turchia senza che vi sia una partecipazione paritetica di Kurdi e Cristiani. Secondo l’APM sarebbe un atto irresponsabile affidare al governo turco la vita delle persone che vivono nei tre distretti kurdi auto-amministrati da due anni. Nel proprio paese il governo turco infatti discrimina pesantemente e perseguita la popolazione kurda da decenni. Permettere alla Turchia di controllare le zone kurde in Siria significa accettare il rischio che il governo turco tenti di estendere anche qui la sua politica di assimilazione forzata della popolazione kurda.
L’APM chiede alla comunità internazionale che prenda finalmente una posizione decisa contro chiunque sostenga le milizie dell’IS (Stato Islamico), e che quindi chieda con decisione anche alla Turchia di interrompere qualsiasi sostegno logistico all’IS (Stato Islamico) come anche al Fronte islamico al-Nusra.
E’ vergognoso il fatto che lo scorso 8 ottobre nella cittadina di frontiera di Suruç l’esercito turco abbia arrestato almeno 308 Kurdi provenienti da Kobane con la motivazione che chi arriva ora da Kobane appartiene o al PKK o alle milizie kurdo-siriane dell’YPG. Secondo le informazioni raccolte dall’APM, la maggior parte dei profughi kurdi arrestati faceva invece parte delle istituzioni civili di Kobane.
Le milizie kurdo-siriane dell’YPG stanno proteggendo da mesi la popolazione kurda, yezida, cristiana e arabo-sunnita di Kobane come anche di altre parti della Siria dalla violenza delle truppe dell’IS. Secondo la Turchia però l’YPG sarebbe una propaggine del partito dei lavoratori kurdo PKK, a sua volta considerato organizzazione terroristica da Turchia, Stati Uniti e Unione Europea.
Secondo l’APM vi sono parecchi indizi che confermano il sostegno del governo turco alla truppe dell’IS con il fine di eliminare le tre province kurde nella Siria settentrionale. I carichi di aiuti umanitari per i rifugiati di Kobane, Jazeera e Afrin possono uscire dalla Turchia solo sporadicamente, tant’è che nel nord della Siria non si trova più pane, e tanto meno medicine e alimenti per neonati. La situazione umanitaria dei quattro milioni di Kurdi, Cristiani, Assiro-Aramei e di persone appartenenti ad altre minoranze ancora è ormai catastrofica.