46 anni dopo i fatti di Oglala ancora si ricorda cosa successe quel giorno. Pochi mesi dopo Leonard Peltier entrò in un carcere di massima sicurezza e non è MAI uscito.
Anche Leonard, nato nel 1944, era stato da bambino in un “istituto”, dove anche negli Usa (come in Canada) cercavano di “correggere” i figli dei nativi americani, tagliando i loro capelli, imponendo una lingua, una religione, una cultura. Peltier ricorda quell’istituto come il primo carcere che conobbe, poi scoprì quello vero. Vi entrò a 31 anni e ora ne ha 76.
Oggi a Milano la sua storia è stata gridata in piazza, un enorme striscione incuriosiva i passanti, giovani e meno giovani ascoltavano. Uno zoccolo duro che ricorda ciclicamente la storia di quest’uomo, simbolo di una resistenza che affonda in cinque secoli di massacri, inganni e soprusi.
Coloro che erano oggi in piazza erano almeno coscienti di essere parte di un movimento disperso ai quattro angoli del pianeta, come in Germania, dove nei giorni scorsi è partita una forte campagna, che prevede la spedizione di cartoline da spedire a Biden (ne sono state stampate 55.000) affinché firmi la liberazione di Peltier senza aspettare la fine del suo mandato. Anche se potrebbe essere troppo tardi.
A voi che leggete queste righe chiediamo di porre la stessa domanda presete sul sito ufficiale dei sostenitori di Leonard: “Sai chi è Leonard Peltier?”. Fatela a chiunque… Grazie.