Presidio a Milano per la Palestina. Alle 17 e 30, ora di convocazione, c’è già moltissima gente. Per oltre due ore una parte di piazza Duomo sarà strapiena. Ci saranno almeno 4.000 persone, la stragrande maggioranza giovani e giovanissimi: ragazzi e ragazze del mondo arabo, tante bandiere, tanti striscioni fatti in casa, molti cartelli in buona parte scritti in inglese. Sono loro i protagonisti: i giovani di seconda o terza generazione, pare che i “loro social” abbiano funzionato, la notizia ha circolato.
Niente palco, ma ci sono un furgone, un gazebo, un buon impianto: non si vede chi parla, ma anche qui sono giovani, soprattutto ragazze, a intervenire. Giovani palestinesi che in perfetto italiano spiegano quello che vivono, quello che vive il loro popolo, chiedono giustizia, solidarietà, attaccano la politica del governo israeliano, gridano “Vergogna” ai politici europei e italiani e ai media mainstream.
Gli interventi si mescolano alla musica, ma da varie parti della piazza partono slogan, c’è un grande fermento. C’è entusiasmo per per poter gridare in tanti dopo aver visto in questi giorni sui piccoli schermi dei telefoni le tragiche immagini di quello che succede al di là del Mediterraneo.
Corro a vedere il presidio per la Colombia che si svolgeva a 500 metri di distanza: stanno venendo anche loro in piazza Duomo, con la loro bandiera gigante di 30 metri. Le lotte, le resistenze si sommano.
Alle 19 e 30 lascio la piazza, ma moltissimi sono ancora lì, con la voglia di gridare, di farsi vedere e sentire.
Tra gli italiani e le italiane i volti di sempre, sicuramente rincuorati nel vedere che una nuova generazione sta provando ancora una volta a fare quello che in tanti anni non si è riusciti a ottenere: “Free Palestine”.