Nel giorno in cui il Brasile contabilizza il numero di 400.000 morti, il Senato Federale, per cinquantacinque voti contro diciannove approva la proposta di legge che autorizza il governo a decretare una “sospensione temporanea” dei brevetti vaccinali, dei test diagnostici e delle medicine per curare il Covid. Lo scopo è quello di accelerare il processo di immunizzazione. Il Brasile pur possedendo un know-how esemplare capace di realizzare i programmi di vaccinazione di massa e in grado di arrivare contemporaneamente negli angoli piú remoti del paese, grazie alla capillarità del SUS, Sistema Unico di Salute, non ha creato un piano nazionale di vaccinazione. Anzi, il boicottaggio sistematico da parte del Governo Federale ha abbandonato ogni singolo stato e ogni municipio alla propria sorte. In molte città le vaccinazioni sono state sospese per la mancanza di vaccini o per totale disorganizzazione. In altre mancano le dosi di richiamo.
La proposta di legge approvata dal Senato dovrà seguire l’iter normale di discussione, arriverà alla Camera, e prima di essere votata dovrà passare al vaglio delle varie commissioni preposte. I lavori parlamentari sono praticamente fermi dovuti all’inizio della Commissione Parlamentare di Inchiesta (imposta dal Tribunale Supremo in una inedita, e pericolosissima, ingerenza del potere Giudiziario sul Legislativo) per indagare sulle responsabilità del governo nella gestione della sanità, o meglio, per indagare sugli effetti delle sue azioni dirette e indirette, delle sue omissioni e del sabotaggio contro le iniziative locali per impiantare programmi di prevenzione e protezione, onde evitare la propagazione e la diffusione del contagio.
La proposta di legge approvata in Senato prevede, per la sospensione temporanea dei brevetti, la creazione di due tappe distinte: la prima esige che il governo dichiari “situazione di emergenza”, attraverso cui gli istituti scientifici di ricerca saranno consultati per elaborare la lista di brevetti da sospendere. La seconda tappa prevede l’effettiva assegnazione per la manipolazione delle materie prime e la confezione dei vaccini, fermo restando la dimostrazione di possedere la capacità tecnica e di investimento per la loro produzione nazionale.
Insomma, la cosa è a lungo termine.
Attualmente l’unico vaccino prodotto in Brasile usa materie prime provenienti dalla Cina. Per gli altri vaccini dipende dal mercato mondiale.
La proposta di legge, oltre a essere esaminata dalla Camera, potrà essere oggetto di contestazione in azioni legali presentate direttamente al Tribunale Supremo; oltre a ciò, rischia anche di essere sottoposta al Veto Presidenziale. I tempi possono allungarsi a dismisura, mentre invece ogni giorno migliaia di brasiliani muoiono a causa di una malattia per la quale già esiste il vaccino.