Il governo spagnolo ha ritirato il progetto di riforma della legge sull’aborto. Rajoy ha annunciato la decisione prima di partire per un viaggio ufficiale in Cina di quattro giorni, attribuendola al basso consenso popolare. Questa scelta ha portato alle dimissioni del Ministro della Giustizia Ruiz-Gallardón.
Di Federico Barrago. Qualche ora più tardi il promotore della proposta di riforma, il Ministro della Giustizia ed ex sindaco di Madrid Alberto Ruiz-Gallardón, che aveva fatto di questa legge il suo cavallo di battaglia, ha annunciato le sue dimissioni da tutte le cariche nel Partito Popolare e la rinuncia al suo seggio, provocando una crisi di governo in un momento delicato per la Spagna, visto che si sta avvicinando il momento del referendum sull’indipendenza della Catalogna.
La battaglia sull’aborto ha una lunga storia all’interno del Partito Popolare. Questo tema è stato uno dei punti centrali della campagna elettorale del 2010 e ha ottenuto molti voti conservatori con la promessa di cancellare la legge approvata durante il governo Zapatero. Questa aveva fissato il termine legale per l’aborto a 14 settimane e consentito la libera scelta alle minorenni.
Riguardo a quest’ultimo punto, Rajoy ha affermato che il governo intende reintrodurre l’accordo dei genitori perché le giovani di 16 anni possano abortire.
Il 23 settembre 2014 è stata una giornata storica per le donne e per chi lotta per i diritti sessuali e riproduttivi.
“Il progetto di riforma della legge sull’aborto è stato ritirato per la pressione della gente”, ha detto Justa Montero. Secondo l’attivista, si tratta di una prima vittoria del movimento femminista, risultato di una lotta di tutte le donne, ma non è sufficiente, perché il governo vuole eliminare il diritto ad abortire per le ragazze minori di 17 anni.
L’attivista femminista ha invitato le donne a scendere per strada domenica 28 settembre per festeggiare il ritiro della proposta di legge Gallardón e per ricordare ai governi latinoamericani che ogni anno 6.000 donne muoiono per complicazioni dovute a un aborto.
Il 28 settembre deve servire alle femministe per rivendicare l’accesso a un aborto sicuro, che possa prevenire le tante morti che si verificano nei paesi in via di sviluppo.
Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo