E’ in corso da qualche giorno la decima edizione delle Giornate Globali di Azione sulla Spesa Militare (GDAMS) che termineranno il 17 maggio 2021. Si tratta di una iniziativa promossa dalla Campagna internazionale GCOMS, di cui anche Rete Italiana Pace e Disarmo fa parte.
Lo slogan della mobilitazione di quest’anno è “Defund the military, defend people and the Planet” – “Definanzia gli eserciti, difendi le persone e il Pianeta” e nei prossimi giorni eventi e appuntamenti si intensificheranno, con lo scopo di diffondere e promuovere le richieste della società civile mondiale.
L’appello GCOMS 2021 (qui i dettagli)
Chiediamo che i governi di tutto il mondo riducano drasticamente le loro spese militari, specialmente quelle dei paesi che rappresentano la quota maggiore del totale e trasferiscano le risorse liberate verso i i settori della sicurezza umana e comune, in particolare per affrontare la pandemia da coronavirus e il collasso economico e sociale che ne è seguito.
È tempo di riadattare le nostre priorità come società e di adottare un nuovo paradigma di difesa e sicurezza che metta le necessità umane e ambientali al centro delle politiche e dei bilanci. Dobbiamo smettere di investire negli eserciti se vogliamo difendere le persone e il pianeta.
Ridurre la spesa militare, difendere le persone e il pianeta (qui i dettagli dell’evento)
In contemporanea con il lancio dei nuovi dati SIPRI sulla spesa militare mondiale e con il voto al Parlamento Europeo sullo European Defence Fund la Rete Italiana Pace e Disarmo rilancia con un evento online l’Appello 2021 per le Giornate Globali di azione sulle spese militari promosso dalla campagna GCOMS.
Lunedì 26 Aprile ore 11:00 > 12:00
Hanno scelto le armi (qui tutte le grafiche dell’azione social)
Cosa ci difende meglio oggi dalla pandemia? Un nuovo cacciabombardiere o 500 posti di terapia intensiva in più e 5mila infermieri e dottori che potrebbero essere assunti per tre anni con gli stessi soldi? Era questa la domanda (retorica) che Rete Italiana Pace e Disarmo e Sbilanciamoci si ponevano lo scorso novembre 2020, mentre il Parlamento stava discutendo la Legge di Bilancio per il 2021. Un budget che prevedeva di destinare – come poi è stato confermato – oltre 6 miliardi di euro a nuovi armamenti. Invece per noi era chiaro che sarebbe servito un cambio di rotta: più Sanità ed Istruzione, meno armi!
Nemmeno nell’anno della pandemia (che ha dimostrato come siano sanità, lavoro, welfare, scuola, cura dell’ambiente a salvare la vita delle persone e non le armi) si è avuta la decenza di – quantomeno – sospendere gli acquisti di sommergibili, navi militari, carri armati, cacciabombardieri, munizionamento, cannoni, blindati…