Sembra che sia proprio radicato nel DNA dei fisici lo scientismo che li porta a diffondere al colto e all’inclita come “verità” le conoscenze che essi hanno acquisito, anziché contribuire a diffondere una consapevolezza scientifica critica che è così rara nel nostro paese.
Così ecco il super-ministro alla transizione tecno-ecologica Cingolani servirci questa affermazione apodittica nella quale i comuni mortali devono fideisticamente credere: “L’universo funziona con la fusione nucleare, non con la fissione1. … Fra 10 anni, se avremo lavorato bene, … staremo investendo nella fusione nucleare che sta muovendo ora i primi passi nei laboratori. Questa è la transizione che io ho in testa”. Affermazione apodittica da super-tecnico che richiede di essere decodificata.
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In primo luogo quello che sembra un inciso, “non con la fissione”: che è come dire “pardon, ci eravamo sbagliati“. Un errore da nulla che – per produrre un misero 10% dell’energia elettrica nel mondo (dal picco di 15%, circa 2% dell’energia totale) – ci ha inondato di una grande quantità di prodotti e residui radioattivi che per millenni dovranno venire isolati da qualsiasi contatto con la società umana e l’ambiente: dal momento in 70 anni non si è provveduto a realizzare depositi finali che sono per l’industria nucleare solo un costo. Ma l’autocritica non è comune né fra gli scienziati e tecnici, né fra i politici
Detto doverosamente questo, è madornale che un fisico non dico “ignori”, perché non è possibile, la scala delle energie, ma anche solo pensi che l’energia che muove le stelle debba per forza, e impunemente, venire piegata alle esigenze terrestri. L’ambizione di onnipotenza del tecnico-“Apprendista Stregone” è inguaribile. Ci sarà un motivo per cui il Creatore non ha attivato sulla Terra i processi nucleari: ma l'”Apprendista Stregone” pretende di correggere le manchevolezze del Creatore. L’incompatibilità dei processi nucleari con quelli terrestri-vitali è, grossolanamente, che una radiazione nucleare ha energia milioni di volte superiore ai processi chimici: ormai tutti conoscono i rischi cancerogeni delle radiazioni nucleari, che fra l’altro sono solo alcuni degli effetti.
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È significativa l’affermazione “fusione nucleare che sta muovendo ora i primi passi nei laboratori”: il problema è “quando” arriverà? In realtà di fusione nucleare gli scienziati parlano da 60 anni, e ogni volta prospettavano la realizzazione di una reazione di fusione che produca più energia di quanta ne assorba nei decenni successivi. Prendiamo anche superficialmente le informazioni da Wikipedia, perché io non sono certo un esperto di fusione nucleare (https://it.wikipedia.org/wiki/; https://fr.wikipedia.org/wiki/: https://fr.wikipedia.org/wiki/).
L’istallazione ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) in costruzione in Francia, a Cadarache, ad opera di un consorzio internazionale (stima del budget ≈ 19 miliardi di Euro) dovrebbe riuscire a produrre nel 2035 un plasma D+T (Deuterio + Trizio) per una durata di qualche decina di minuti. Il futuro reattore europeo a fusione termonucleare DEMO (DEMOnstration Power Plant) dovrebbe venire costruito intorno al 2050 e, sempre al condizionale, essere l’ultimo reattore di ricerca con lo scopo di dimostrare la possibilità di un funzionamento continuativo del processo di fusione di D+T. Il DTT (Divertor Tokamak Test) di Frascati è una istallazione ausiliaria.
<Il cammino da ITER a DEMO e infine a un reattore commerciale (https://www.euro-fusion.org/programme/demo/)
Insomma, sembra dalle fonti che la prospettiva sia oltre il 2050: dopodiché ovviamente andrebbero costruiti decine di reattori a fusione. Ma la metà del secolo sarà troppo tardi per porre un freno all’emergenza climatica che incalza sempre più. Oltretutto nel frattempo queste realizzazioni e costruzioni continueranno, ovviamente, ad assorbire energia e a produrre emissioni di CO2!
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Se una ratio si può percepire nei progetti per la fusione controllata, e nell’esaltazione che ne fa Cingolani, è estremamente dannosa e pericolosa: coltivare l’illusione che arriverà l’energia illimitata, e quindi possiamo continuare a consumarne a piacere. Perché, infatti, il risparmio energetico, la riduzione dei consumi, non compare nei progetti di Cingolani: “abbassare il prezzo dell’idrogeno verde e investire sulla fusione nucleare. Questa è la transizione che ho in testa”. Chiaro? Non sembra che in quella testa passi neanche che è il nostro livello di consumi, in particolare quelli energetici che sono alla base di tutti gli altri, ad essere assolutamente insostenibile, incompatibile con l’emergenza climatica, che esige cambiamenti radicali ora, non fra 50 anni!
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Forse è il caso anche di notare che la fusione nucleare non è poi così pulita come viene presentata: la reazione di fusione Deuterio-Trizio dà infatti Elio più un neutrone: D + T → He + n. E il neutrone prodotto ha un’energia pienamente nel range delle energie nucleari, 14 MeV, dell’ordine appunto di un milione di volte le energie in gioco in una reazione chimica fra due molecole: per comparazione i neutroni lenti (rallentati dal moderatore) che alimentano la reazione a catena nei reattori a fissione hanno energie fra 1/10 eV< Eo<100 KeV, mille volte inferiori a quelli che saranno emessi nella fusione. Ovviamente gli aspetti dannosi sono altri.
Neutroni di questa energia possono attivare la produzione di radioisotopi interagendo con la materia: io non ho ovviamente conoscenze sufficienti per sapere nel dettaglio struttura e funzionamento di questi futuri reattori, ma mi sembra azzardato escludere la produzione di materiali radioattivi. Anche se è plausibile che sia minore dei residui radioattivi dei reattori a fissione.
Vi è uno studio in corso in Australia per un progetto ancora più ambizioso, ma più interessante perché più “pulito”, basato su di una reazione di fusione termonucleare diversa, ma più difficile da realizzare: Idrogeno + Boro (11) = 3 Elio (4), senza quindi emissione di neutroni. La fusione sarebbe ottenuta con speciali e potentissimi fasci laser polarizzati. Ma è plausibile che la realizzazione sarà ancora più lontana.
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Vi è infine a mio avviso un problema di fondo in tutti i progetti di produzione di energia da fonte nucleare. Un rettore nucleare, a fissione o a fusione che sia, è nella sostanza una enorme pentola nella quale alla fine viene scaldata dell’acqua, cambia solo la fonte di energia che ne è alla base. È sempre l’acqua, o il vapore, che muove una turbina che genera energia elettrica. Mi sembra davvero singolare che fisici eminenti non tengano conto di considerazioni fondamentali di termodinamica. Almeno dalla crisi petrolifera di quasi mezzo secolo fa è chiaro a tutti (ma lo stabilì Sadi Carnot ben due secoli fa!) che un motore è tanto più efficiente quanto più piccola è la differenza di temperatura fra il processo che genera l’energia e l’utilizzatore finale. Divenne simbolo di spreco energetico lo scaldabagno elettrico, nel quale l’energia più pregiata veniva “degradata” a calore a poche decine di gradi. Nel caso di un reattore nucleare a fusione la temperatura del processo di base è di milioni di gradi, e le turbine elettriche sono alimentate dal fluido a centinaia di gradi: lo spreco termodinamico è letteralmente “astronomico”, per utilizzare il paragone cosmico usato da Cingolani. Nel passato si è parlato di “strage termodinamica”: un reattore a fissione non opera a milioni di gradi, ma è l’energia dei processi nucleari (MeV) che corrisponde comunque a milioni di gradi.
È singolare (ma lo dico da ignorante di questi processi) che non si riesca a trovare un meccanismo o processo che possa convertire direttamente un plasma a milioni di gradi in energia elettrica, evitando il passaggio dall’energia termica a bassa temperatura, e almeno riducendo la “strage termodinamica”.
Chiarissimo Professor Ministro Cingolani… torniamo con i piedi per Terra!
1. Per le caratteristiche delle forze nucleari l’energia immagazzinata nei nuclei per ciascuno dei nucleoni è massima ai due estremi dei nuclei più leggeri e di quelli più pesanti, mentre è minima per i nuclei di numero atomico intermedio. Da questo segue che vi sono due processi nucleari che possono sviluppare energia:
● la scissione di un nucleo pesante (fissione) in nuclei più leggeri,
● la fusione di due nuclei leggeri a formare un nucleo di massa maggiore.
Il secondo processo è fondamentale nell’universo perché avviene nei nuclei delle stelle e fornisce loro l’energia che irradiano: l’uomo l’ha realizzato artificialmente solo nelle bombe termonucleari (come la bomba h).