“La guerra è stata vinta o persa? Presidente dopo Presidente, gli Stati Uniti hanno sottolineato che non si sarebbe potuto parlare di vittoria o sconfitta, ma di “successi”. Uno degli obiettivi, dopo aver rimosso i Talebani dal potere, era costituire un nuovo governo afgano e costruire una nazione modernizzata, una democrazia stabile, un forte esercito nazionale, migliore assistenza sanitaria e un sistema di istruzione pubblica, per bambini e, soprattutto, per le bambine. EMERGENCY è in Afghanistan da prima dell’inizio dell’invasione americana e possiamo affermare con certezza che non abbiamo assistito ad alcun “successo” e che il tentativo di trasformare il Paese in una democrazia stabile e funzionante è fallito e ha avuto costi altissimi”.
Così EMERGENCY commenta l’annuncio del Presidente Joe Biden sul ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan entro l’11 settembre, a cui oggi si aggiunge anche l’annuncio del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio che inostri militari torneranno in Patria.
“Quanto è costato questo conflitto? – prosegue EMERGENCY –. È costato ai contribuenti americani almeno 2mila miliardi di dollari, 15 volte più di quanto gli USA abbiano investito nel Piano Marshall. Secondo l’Osservatorio sulle spese militari italiane, invece, per il nostro Paese la spesa ammonta a un esborso complessivo di oltre 8,4 miliardi di euro fino al 2020. Con i costi di ritiro truppe che si concretizzeranno quest’anno è molto probabile dunque che il totale supereranno gli 8,5 miliardi. La corruzione è uno dei più grandi problemi della politica afgana, che secondo Transparency International si classifica 173 su 180 nell’indice di percezione della corruzione.
È costato soprattutto vite. Nonostante gli accordi di pace siglati all’inizio del 2020, infatti, il numero delle vittime civili del conflitto afgano è ancora pericolosamente alto. Seppure ci sia stato un moderato calo complessivo di civili coinvolti, l’UNAMA (United Nations Assistance Mission in Afghanistan) ha documentato 8.820 vittime civili solo nel 2020. Più di 100.000 civili sono stati uccisi da quando l’UNAMA ha iniziato a registrare le vittime dal 2009. L’Afghanistan e la sua capitale, Kabul, sono ancora tra i luoghi più letali del mondo.
È costato generazioni di afgani che non hanno mai vissuto in un Paese senza guerra. La realtà alla quale assistiamo nei nostri ospedali è che la violenza contro i civili è sempre all’ordine del giorno e le donne sono sempre un target.
È costato quello che costa sempre una guerra: il futuro. L’Afghanistan rimane tra i Paesi più poveri del mondo dove mancanza di istruzione e accesso ai servizi di base, soprattutto nelle aree rurali, continuano a rappresentare un gravissimo problema.
L’ultima guerra combattuta in Afghanistan – conclude EMERGENCY – è uno dei più grandi fallimenti umani e di politica estera dei nostri tempi. Ancora una volta, come sempre, una guerra nata “per risolvere un conflitto” ha fallito il suo obiettivo. È una lezione che dobbiamo imparare”.