Il Presidente del Consiglio del Governo Italiano Mario Draghi si è recato in visita a Tripoli per incontrare Abdul Hamid Dabaiba e Mohammed Menfi, cioè il primo ministro a capo dell’esecutivo e il presidente del Consiglio presidenziale della Libia. I due sono stati eletti alla guida del paese lo scorso febbraio a Ginevra, dal Forum di dialogo politico libico, per rafforzare il cessate il fuoco tra le due fazioni rivali, che hanno incendiato la Libia con una guerra civile dal 2015.
Questo governo rappresenta il primo esecutivo unito dal 2014 e il suo ruolo è di condurre il paese fino alle prossime elezioni, fissate per il 24/12/2021. I rapporti con la Libia sono di importanza fondamentale per l’Italia, sia per la gestione delle migrazioni, che hanno nel paese uno dei più importanti canali di partenza, sia dal punto di vista energetico, con l’Eni che detiene il controllo della maggioranza dei pozzi di petrolio lì presenti. Tuttavia, negli ultimi tempi, Francia, Turchia e Russia hanno esteso sempre di più la loro influenza nel paese, e l’Italia purtroppo ha perso terreno, rispetto a prima, nei rapporti con la Libia.
Auspichiamo che l’Italia possa sostenere subito la popolazione libica con aiuti sanitari e umanitari, visto il collasso degli ospedali e le strutture sanitarie, come ci riferiscono i nostri colleghi medici libici che fanno parte dell’Esecutivo della Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai), dell’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi), dell’Unione medica euro mediterranea (UMEM) e del movimento internazionale Uniti per Unire. Ormai urgono fatti e non solo parole e promesse.
La Libia negli ultimi anni è stata abbandonata in mano a pochi, che avevano solo l’obiettivo di difendere i propri interessi politici ed economici. Siamo contenti delle dichiarazioni del Presidente Draghi di voler recuperare e ricostruire l’amicizia con la Libia e sostenere la popolazione con aiuti sanitari e borse di studio, ma non vanno mai trascurati i problemi principali che contribuiscono alla stabilizzazione politica e democratica in Libia: i flussi dei migranti e dei rifugiati, il rispetto dei diritti umani, i respingimenti e le violenza contro donne e minorenni nei centri di detenzione libici. Noi siamo sempre disponibili per qualsiasi sostegno e collaborazione, in modo da intensificare tale amicizia e assistere la popolazione, come stiamo facendo da anni . Sottolineiamo che dall’inizio della pandemia, tramite i nostri medici locali, i social e le tv satellitari internazionali e libiche siamo sempre stati in contatto con la realtà libica (anche stasera abbiamo avuto un confronto medico-scientifico su coronavirus e vaccini sulla Tv Libica).
Infine, chiediamo al Presidente Draghi di monitorare tutti i finanziamenti forniti alla Libia per la “Guardia Costiera”, oltre alla difesa dei diritti umani, fornendo aiuto diretto ai migranti e ai rifugiati e combattendo i mercanti di esseri umani che stanno facendo affari sulla pelle dei deboli e delle persone indifese. In mancanza di trasparenza tali finanziamenti vanno bloccati immediatamente. Cosi Dichiara Foad Aodi, Presidente Amsi e Co-mai e membro del registro esperti Fnomceo.