Durante l’evento a Leganés (Madrid) con il quale ha cominciato la sua visita in Spagna, Morales ha riassunto la sua gestione, sottolineando l’importanza di recuperare il controllo delle risorse naturali da parte del governo boliviano. Con la sua frase, più volte ripetuta “vogliamo soci, non padroni”, il Presidente ha marcato nuovamente la direzione dell’economia del suo paese, una direzione “inarrestabile in Bolivia”. Ha mostrato altri aspetti della sua politica parlando dei servizi minimi. “Sono un diritto umano – ha detto -. Se sono un diritto umano, non possono essere affari per il settore privato, ma servizi pubblici”.
Facendo allusione a certi aspetti della nuova Costituzione, Evo Morales ha detto: “ora il popolo boliviano può decidere, non si tratta solo di una democrazia rappresentativa, è una democrazia partecipativa… prima erano golpe militari; ora ci sono referendum su referendum”.
Morales ha ricordato il suo passato sindacalista e di come nelle ultime decadi il movimento operaio era frenato “etichettato come comunista”. E’ per questo che, in quest’occasione, ha fatto un appello a comunisti, socialisti e umanisti per appoggiare “i processi di liberazione dei popoli originari dell’America Latina”.
Allo stesso modo, la questione degli emigranti boliviani in Spagna è stata quella che più appoggio ha ricevuto dai presenti, tra cui c’erano anche numerosi gruppi che lavorano dal nostro paese con la popolazione straniera. In queste senso, Morales ha affermato che “dichiarare gli immigranti illegali è un errore molto grave”.
Il mandatario si è mostrato deciso nel parlare dell’antimilitarismo. Dopo aver ricordato che la Bolivia ha incluso nella sua Costituzione la rinuncia alla guerra come forma per la risoluzione dei conflitti, ha chiesto agli europei “aiutateci a farla finita con le basi militari in America Latina”, facendo allusione alla tesa situazione che si vive attualmente nella regione, dopo la notizia dell’installazione di basi militari nordamericane in Colombia.
Parlando della difesa dell’ambiente, ha fatto un nuovo appello: “Ai fratelli umanisti, ai tanti movimenti sociali,ai gruppi, agli intellettuali, alle persone che si dedicano a difendere la madre terra, vogliamo dire, aiutateci a difendere la madre terra per salvare l’umanità”.
La visita di Evo Morales coincide con la recente riformulazione dello stato boliviano come “stato plurinazionale”. Questa caratteristica della repubblica andina è messa in rilievo dal suo presidente come segno identificativo. Secondo Pau Segado, Segretario Generale del Partito Umanista spagnolo, assistente all’evento, “dobbiamo imparare dalla plurinazionalità della Bolivia,è un esempio di come cercare l’unità rispettando la diversità”.
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Traduzione dallo Spagnolo di Traduttori Pressenza