L’attuale paradigma attraverso il quale le nazioni più influenti perseguono la sicurezza è incapace di affrontare diverse minacce alla sopravvivenza della civiltà moderna. Oggi si cerca di garantire la sicurezza proteggendo il nazionalismo e accentuando il potere militare.
Il primo dovere dello Stato – proteggere e servire i suoi cittadini – oggi non può essere adeguatamente soddisfatto da questo approccio. Con questo metodo non si può far fronte alle minacce di degrado ambientale né alle esigenze di salute e benessere delle persone. In effetti, è un approccio che sta esacerbando le avversità piuttosto che incoraggiare la cooperazione necessaria per una vita e uno sviluppo sostenibili.
Un approccio più pratico potrebbe poggiare su due basi:
- scienza avanzata per comprendere e vivere in armonia con il mondo naturale e quindi onorare e proteggere i suoi processi rigenerativi; e
- politiche e pratiche in accordo con i valori della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (UDHR) che protegge la dignità intrinseca dell’essere umano.
Le soluzioni realistiche richiedono una valutazione delle attuali innegabili minacce globali dei cambiamenti climatici, delle malattie pandemiche e delle armi nucleari, così come una valutazione dell’impatto quotidiano di tutto ciò sulle persone che cercano riparo dalla povertà, dalle malattie, dalla fame, dalla disoccupazione, dal crimine, dal disagio sociale, dall’oppressione politica e dall’ingiustizia. L’allocazione di risorse, sia economiche che intellettuali, per proteggere il territorio dalle aggressioni e per far avanzare gli interessi nazionali guadagnati principalmente con mezzi militari, è scollegata dalla soluzione delle cause o delle condizioni dell’attuale insicurezza.
È necessario un approccio globale che ricentri l’energia, le risorse e le metriche di successo sugli esseri umani e sugli ambienti naturali e sociali in cui viviamo. La sicurezza umana è il principio globale necessario per organizzare questo approccio pratico e realistico. È implicito negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ma non ancora nelle attuali politiche di sicurezza delle principali nazioni. La sicurezza dell’essere umano riconosce la necessità di un approccio che integri molteplici dimensioni dell’attività umana, come la cultura, l’economia, la politica, gli schieramenti e le dottrine militari.
I bilanci degli stati più potenti e influenti esprimono le idee e le convinzioni attraverso le quali perseguono la sicurezza, che si basa in gran parte sull’antica massima romana che la pace si ottiene meglio preparando la guerra. Si tratta di un approccio grossolanamente riduzionista e quindi impreciso. Tale approccio viene perseguito attraverso diverse dottrine chiaramente in contraddizione tra loro. Il perseguimento della stabilità strategica e del vantaggio militare crea e istituzionalizza l’avversità mentre la cooperazione basata su interessi condivisi, meglio servita attraverso la diplomazia e lo stato di diritto, è marginalizzata. Così facendo, si ignorano molti successi ottenuti contemporaneamente in finanza, affari, cultura, comunicazione, scienza, tecnologia, commercio, legge, religione, medicina, trasporto e istruzione, per esempio. Questi sono stati raggiunti in modo ottimale tenendo in considerazione il fatto che la modernità riflette sempre più un mondo senza confini in cui gli interessi comuni sono meglio supportati dalla cooperazione, o almeno da una competizione basata su regole. Con le armi nucleari l’approccio riduzionista codifica il peggio delle invenzioni umane, mettendo costantemente a rischio il futuro dell’umanità e rendendo l’annientamento totale una possibilità reale, qualora altre strade di negoziazione sociale fallissero.
Lo sviluppo economico che distrugge la natura è insostenibile. Le disuguaglianze sociali genereranno ulteriori conflitti. Il modo in cui perseguiamo la sicurezza dovrebbe rafforzare il progresso nella creazione di una cultura globale della pace e il perseguimento dei beni comuni globali; dovrebbe, inoltre, porre fine prontamente ai rischi quotidiani che potrebbero portare all’annientamento dell’umanità.
L’attuale dominio dell’approccio militare in tema di sicurezza ha raggiunto un valore economico che supera l’immaginazione. Inoltre, il costoso miglioramento di alcuni armamenti, come le armi nucleari o l’applicazione sistematica dell’intelligenza artificiale alla guerra, la militarizzazione dello spazio, la creazione di nuove tecnologie di distruzione come le nano armi, pone un paradosso in cui gli strumenti sono migliorati per raggiungere obiettivi peggiori rispetto al passato: più le armi vengono migliorate, meno sicurezza si ottiene.
Un approccio alla sicurezza umana non solo migliorerà la cooperazione tra le nazioni, ma garantirà molta più sicurezza all’interno degli stati, affrontando le minacce dirompenti e liberando le risorse intellettuali, organizzative ed economiche necessarie per affrontare i bisogni umani.
Mentre l’instabilità sociale cresce a causa delle incalzanti iniquità di ricchezza e opportunità, le minacce fisiche alla civiltà continuano ad essere affrontate in modo inadeguato. Queste minacce possono essere contenute solo trascendendo gli stati nazionali e richiedono una cooperazione a livello globale. Questi pericoli sono di natura mondiale e hanno bisogno di risposte realistiche, non di distorsioni mitiche o ideologiche.
L’utilizzo degli strumenti scientifici, insieme ai valori della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e ai principi etici e morali di base di tutte le principali tradizioni religiose, apre un percorso verso un futuro fiorente e sostenibile.
Questo approccio integrale e completo alla sicurezza è in grado di galvanizzare i migliori valori, competenze, aspirazioni e pratiche di individui, nazioni e culture. Poiché è moralmente coerente e praticamente realizzabile, ha il potenziale di essere ispirante. La sicurezza umana è un ideale necessario e ha il potere di generare cambiamenti.
Le sfide poste dalle pandemie, dai cambiamenti climatici, dalle armi di distruzione di massa e dalle minacce emergenti derivanti dalle nuove tecnologie, come quelle cibernetiche e spaziali, sono in rapida espansione. E tutte queste sfide possono essere verificabili attraverso approcci empirici che impiegano strumenti scientifici e richiedono una cooperazione globale. Ma dobbiamo cambiare l’approccio teorico al principio per generare una svolta nella politica e tali cambiamenti devono essere sistematici e olistici.
Scollegare i processi rigenerativi del mondo naturale dal nostro sistema economico non è realistico. Concentrare la sicurezza sullo stato piuttosto che sulle persone è illogico. Separare l’approccio della sicurezza dallo sviluppo sostenibile è disfunzionale. La sicurezza è un diritto multiforme, a più livelli, di tutte le persone e coinvolge tutti gli aspetti dell’attività umana. La nostra salute personale include il modo in cui dormiamo, mangiamo e interagiamo. Proprio come i nostri corpi sono sistemi integrati, così è la nostra sicurezza. La sicurezza è il principio integrale richiesto oggi.
Attualmente, il panorama geopolitico è sovrastasto dalle nozione di sovranità. Il pianeta e molte minacce attuali non riconoscono i confini nazionali. Gli esseri umani creano questi confini. Creiamo nazioni per servire i bisogni umani, sia fisici che psicologici. Creiamo città, province e regioni per identificare e soddisfare i nostri bisogni e creiamo istituzioni per rispondere a questi bisogni. La base, la legittimità e la stabilità degli stati sovrani non vengono dalle burocrazie o dal patrimonio familiare dei leader degli stati, ma dal mandato di coloro che sono governati. Gli Stati esprimono le esigenze morali e pratiche delle persone.
Oggi i requisiti di tali esigenze possono essere soddisfatti solo a livello cooperativo e globale, affrontando le minacce esistenziali più pressanti. È necessaria quindi una cooperazione globale per soddisfare il primo requisito di ogni stato per garantire la sicurezza e il benessere dei suoi cittadini. Lo Stato è l’espressione di un’idea. È un’entità giuridica che noi creiamo, distinguibile dalle entità e dai sistemi naturali. I sistemi viventi naturali come gli alberi e le foreste, le formiche e le colonie di formiche o i pesci nei banchi non sono creati da idee umane. Gli stati lo sono. Noi creiamo gli stati sulla base di idee espresse da parole. La strutturazione ha un’enorme influenza sul comportamento umano.
Il pianeta può essere compreso come un sistema vivente integrato. L’umanità può essere intesa come una specie in una rete di vita. Abbiamo bisogno di un nuovo insieme di idee in accordo con questo concetto.
Un approccio integrale alla Sicurezza è radicato nella nostra migliore scienza e riconosce che gli esseri umani sono entità sociali che hanno bisogno di mettere significato e valori nei loro sforzi. Gli esseri umani hanno bisogno di ambienti favorevoli per crescere nei valori più nobili e appaganti. Le politiche per soddisfare adeguatamente i bisogni di sicurezza devono essere sia pratiche che moralmente coerenti. La coerenza morale richiede approcci pacifici tra i popoli e le nazioni e un adeguato riconoscimento dell’esigenza di armonia fra molte culture e molte specie.
Dato che molti sforzi sono diventati recentemente globali, portare la sicurezza nella coerenza con i bisogni umani non è solo a portata di mano, ma è sia moralmente convincente che praticamente necessario.
Traduzione dall’inglese di Flavia Negozio. Revisione di Thomas Schmid
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta nell’edizione di novembre 2020 di Cadmus, la rivista dell’Accademia mondiale delle arti e delle scienze dell’Europa sudorientale.