Mancano pochi giorni alla riunione della Comunità della Riserva delle Torbiere del Sebino e le associazioni ambientaliste Amici della Riserva, Gruppo Giovani Ambientalisti Paratico, Lega Abolizione Caccia, Lega Anti-Vivisezione, Legambiente Franciacorta e LIPU, che anche di recente avevano sollevato critiche e perplessità sulla conduzione di questa realtà, rilevano che l’ordine del giorno prevede la sola discussione del bilancio. Eppure i problemi che affliggono la gestione delle riserva sono molti, a partire dalla legittimità dei vertici dell’ente.
A gennaio 2021, alcune associazioni hanno chiesto formalmente le dimissioni del presidente Giambattista Bosio, per questioni di incompatibilità in quanto fruitore di prestazioni pensionistiche. Secondo la normativa vigente (l’art. 5, comma 9, del D.L. 95/2012 come convertito nella legge 135/2013), come presidente della Riserva, Bosio non avrebbe potuto ricoprire un incarico retribuito in un Ente pubblico.
A questo si aggiungono altri problemi di tipo gestionale. Per il secondo anno consecutivo, l’Ente gestore ha aderito al piano di contenimento del siluro varato dalla Regione con l’applicazione alle acque della Riserva. L’operazione, che è stata affidata, investendo per questo fondi pubblici, ai pescatori professionisti del Sebino, nel corrente mese è temporaneamente saltata per via del furto di buona parte delle reti acquistate. Secondo le associazioni ambientaliste è evidente che la posa di centinaia di metri di reti, di fronte all’area più delicata e preziosa delle Torbiere, le Lamette, possa avere impatto sugli uccelli acquatici, soprattutto a quelli tuffatori che, proprio in questi giorni si stanno apprestando alla nidificazione, oltre che alle altre specie di pesci autoctone. Sembra che, per il Piano di contenimento del siluro, non sia stato consultato neanche il Comitato Tecnico Scientifico della Riserva e per questo motivo, le associazioni chiedono che venga applicata la Valutazione di incidenza per verificare il potenziale effetto su altre specie non oggetto di intervento.
Come riferito dalle associazioni “Ci appaiono censurabili sia il metodo di cattura intrinsecamente non selettivo – le reti – sia la zona scelta per la campagna – la parte a lago della Riserva – per l’apparente e grande distanza dall’ostentata selettività dell’intervento”. Inoltre la letteratura ittiologica spiega che in questa parte dell’anno i siluri non si incontrano vicino alle sponde lacustri ma al largo, a caccia di sardine (le alose e i clupeidi tipici del Sebino), quindi si domanda il senso di questa azione.
Altro problema, non certo secondario, contro cui le associazioni puntano il dito è quello della gestione dei rifiuti che non è unicamente imputabile all’inciviltà di alcuni visitatori. Negli ultimi mesi si è rilevata una totale mancanza di gestione e manutenzione dei cestini porta-rifiuti nella Riserva, che si sono man mano trasformate in piccole discariche. La gestione di quest’ultimi risulta appaltata ad un consorzio che è quindi inadempiente nei confronti delle sue mansioni.
Alla luce di ciò le associazioni ambientaliste chiedono, auspicabilmente già in sede di assemblea della Comunità, che siano fornite adeguate risposte.