Sorprende la notizia che l’attuale sindaco di Milano Giuseppe Sala aderisca ai Verdi Europei in vista delle prossime elezioni amministrative. Il portavoce dei Verdi milanesi, l’architetto Andrea Bonessa, in un’intervista a True News la definisce “una settimana di successi”. Certo, “Sala è stato il sindaco di Expo e di un certo modo di governare”, ma “adesso cambiamo radicalmente senza buttare tutto ciò che è stato fatto”, aggiunge con equilibrismo.
Che Sala sia un “appassionato ecologista”, come il sindaco si autodefinisce in un’intervista a Repubblica, è piuttosto arduo da sostenere. L’elenco delle occasioni in cui da sindaco ha contribuito attivamente a devastazioni ambientali e all’avanzamento delle ruspe, schierandosi ripetutamente contro i comitati e cittadini che difendevano il verde e dalla parte dei potenti interessi immobiliari, è impressionante. Sala è diventato noto come commissario per l’Expo, un’opera che ha portato alla cementificazione di una vasta area agricola alle porte di Milano, oggi abbandonata e senza alcun progetto di riqualificazione.
Sotto la guida di Sala il Comune di Milano ha scelto più volte di distruggere delle aree verdi per costruire grandi volumetrie di edifici, come nel caso del Parco Bassini in zona Lambrate, raso al suolo con i suoi alberi secolari nel 2020 per far posto a un nuovo edificio del Politecnico. I giardini comunitari di Piazza Baiamonti e il Parco La Goccia hanno subito la stessa sorte, che ora si prospetta anche in Bovisa, dove gli alberi verranno abbattuti per far posto all’ampliamento del Politecnico. Al Parco Nord un’area boschiva è stata tagliata dalle ruspe per far posto a una contestatissima e inutile vasca anti esondazioni del fiume Seveso.
Sala è inoltre il principale responsabile della sciagurata e purtroppo approvata candidatura di Milano e Cortina D’Ampezzo per le Olimpiadi 2026, che ha già portato ad ampie devastazioni nelle montagne del Bellunese e regalerà a Milano una cementificazione senza precedenti sulle aree dismesse degli ex scali ferroviari. Anche nelle lotte dei comitati cittadini per le aree verdi di Piazza d’Armi, l’Ex Trotto e intorno allo stadio di San Siro, con la paventata costruzione – totalmente inutile – di un nuovo stadio, Sala si è sempre schierato contro l’ambiente e contro il dialogo con i cittadini.
Le piste ciclabili e la piantumazione di alberi nell’ambito del piano ForestaMi sono soltanto specchietti per le allodole. Dopo anni di cantieri, la pista ciclabile che doveva collegare il centro a Piazza Amendola è rimasta incompiuta e in altre zone le piste sono poco più che strisce disegnate con la vernice sull’asfalto. La piantumazione di alberi, di per sé lodevole, è perlopiù avvenuta su aree già destinate a verde. Di fatto a Milano il tasso di inquinamento è peggiorato negli ultimi anni a causa di un modello insostenibile di mobilità privata.
Riuscirà il manager di Expo, dopo aver smantellato l’ambiente a Milano, anche a dividere e frantumare l’ambientalismo?
A sfidarlo da sinistra nelle elezioni ci sarà Gabriele Antonio Mariani a capo di una formazione nata dall’iniziativa di diversi comitati e gruppi di cittadinanza attiva milanesi: si chiamerà Civica AmbientaLista, e si presenterà in coalizione con la lista di “Milano inComune”.