All’alba di domenica 21 febbraio, il Consiglio Nazionale Elettorale – CNE ha annunciato ufficialmente i risultati del primo turno delle elezioni e, di conseguenza, i due candidati che passano al secondo turno, in cui verranno eletti presidente e vice presidente. Secondo i dati ufficiali, Andrés Aráuz, candidato del movimento Union por la Esperanza (UNES), ha mantenuto il 32.72%, mentre il candidato del movimento CREO in alleanza col Partido Social Cristiano, Guillermo Lasso, ha ottenuto il 19.74%. La data ufficiale per l’inizio della seconda tornata è il 16 marzo.
Sebbene venerdì 12 febbraio, come riportato al momento, i candidati Guillermo Lasso e Yaku Pérez avessero concordato di ricontare il 100% dei voti nella provincia del Guayas e il 50% di quelli relativi ad altre 16 provincie del Paese, il riconteggio non ha avuto luogo. Martedì 16 febbraio la presidente del CNE, Diana Atamaint, aveva reso noto che nella plenaria del CNE non era stato raggiunto il quorum necessario per approvare quanto concordato e che i risultati sarebbero stati ufficializzati non appena fosse stato completato il conteggio delle schede in sospeso, in particolare quelle all’estero. Inoltre, Atamaint aveva precisato che, una volta ufficializzate le candidature per il secondo turno, gli altri partiti o movimenti avrebbero potuto fare ricorso.
A causa della rottura dell’accordo per il riconteggio dei voti, il Movimento Plurinazionale Pachakútik, la forza maggioritaria che appoggia la candidatura di Yaku Pérez, ha convocato una mobilitazione. La marcia per chiedere il riconteggio è iniziata a Loja, nel sud dell’Ecuador, ed è arrivata ieri a Riobamba, capitale della provincia di Chimborazo, nell’altipiano centrale del Paese. La marcia prevede l’arrivo nella capitale il 23 febbraio. In varie dichiarazioni Peréz ha affermato che non ci saranno accordi né alleanze con nessuna delle due forze politiche che andranno al ballottaggio mentre, all’interno del suo movimento indigeno e della CONAIE (Confederación de Nacionalidades Indígenas del Ecuador), sebbene ci sia accordo sulla difesa della trasparenza dei risultati elettorali, non si è trovato un accordo sulla mobilitazione nazionale.
Parallelamente, continuano i processi già avviati dalla candidatura di Peréz contro la delegazione del CNE di Guayas e l’ufficio del supervisore nazionale, il quale, poche ore fa, ha chiesto una verifica del sistema informatico del CNE.
Traduzione dallo spagnolo: Manuela Donati, revisione: Silvia Nocera