Oltre 42.000 contadini e pescatori di due comunità della Nigeria meridionale potranno chiedere giustizia presso corti della Gran Bretagna contro la multinazionale del petrolio anglo-olandese Shell e una sua controllata in Nigeria, accusate di aver causato inquinamento “sistematico e costante” nelle zona del delta del fiume Niger.
Lo ha stabilito oggi la Corte suprema del Regno Unito, che ha accolto una richiesta presentata nel 2016 da 42.500 persone appartenenti alle comunità ogale e bille, originarie dello Stato costiero di Rivers State.
I cittadini nigeriani hanno accusato Shell, una delle più grandi compagnie petrolifere del mondo, di
essere responsabile di continue perdite di greggio che hanno causato l’inquinamento del fiume, della falde acquifere e della terra dove vivono.
Secondo i giudici britannici, Shell ha “un obbligo legale” rispetto alle persone che hanno presentato la denuncia relativamente all’operato della sua controllata, la Shell Petroleum Development Company of Nigeria (Spdc).
Secondo Daniel Leader, dello studio legale inglese Leigh Day che ha rappresentato le due comunità, questa decisione della Corte britannica rappresenta “uno spartiacque rispetto alla richiesta di responsabilità delle multinazionali”.
Due settimane fa, una corte d’appello olandese aveva condannato la Shell a risarcire un gruppo di contadini per l’inquinamento della regione del delta del Niger provocato da alcune fuoriuscite di greggio.