A sette giorni dal voto in Ecuador il candidato delle sinistre (Unione per la Speranza, UNES), Andrés Arauz, è in testa nei sondaggi ad un passo dalla vittoria al primo turno, possibile qualora si superi il 40% dei voti con un margine del 10% sul secondo candidato.
Secondo la media di 9 sondaggi, Arauz avrebbe il 37,4% dei voti validi, mentre al secondo e terzo posto si trovano il rappresentante della destra filostatunitense dell’alleanza CREO-PSC, Guillermo Lasso con 22% e il candidato del movimento Pachakutik, Yaku Pérez con il 15%.
I sondaggi non tengono conto del voto all’estero, che in maggioranza vota a sinistra, e del voto contadino e indigeno amazzonici schierato con Arauz.
“La vittoria di Arauz al primo turno e con un’ampia maggioranza è uno scenario ampiamente ipotizzabile”, ha detto il sondaggista Maluk in dichiarazioni a una stazione televisiva locale. Di fronte a questo scenario aumentano le denunce da parte di Arauz e dell’ex presidente ecuadoriano Rafael Correa, leader della Revolución Ciudadana, sui tentativi messi in atto dal governo di Lenin Moreno per boicottare il voto non allestendo i seggi all’estero e ritardando l’arrivo dei certificati elettorali.
In un’intervista alla rete russa RT, Correa venerdì ha classificato le elezioni del 7 febbraio come “le peggiori organizzate” nella storia dell’Ecuador e ha denunciato i tentativi di impedire il trionfo della sinistra dell’Unione per la Speranza (Unes), composto da Andrés Arauz e Carlos Rabascall.
Il governo Moreno, l’intera classe politica, che ne è stata complice in questi anni, e i mezzi di comunicazione, vogliono impedire alla sinistra antiliberista di tornare al potere perché sanno che è l’unica opzione che rappresenta davvero la stragrande maggioranza.
Correa era il candidato alla Vice Presidenza, l’hanno estromesso con una sentenza in 17 giorni quando normalmente ci vuole un anno per emetterla.
A quel punto si è sostituita la sua candidatura con Rabascall, ma il Consiglio Elettorale ci ha messo 3 mesi e mezzo per registrarlo, danneggiando la campagna elettorale della sinistra con lo scopo di rinviare le elezioni adducendo scuse procedurali oltre ad ostacolare il voto all’estero e nelle province.
In questo contesto Moreno, traditore del mandato elettorale, passato a destra dopo una vittoria a capo della coalizione delle sinistre, si era recato negli USA per tenere incontri di alto livello con le nuove autorità del Paese nordamericano e per ricevere una nuova trance di finanziamenti secondo gli accordi economici presi in precedenza.
Ieri è giunta la notizia che pochi minuti dopo il decollo da Washington D.C., l’aereo del presidente ecuadoriano Moreno ha dovuto effettuare un atterraggio di emergenza.
Il viaggio di Moreno negli Stati Uniti era previsto per due settimane fa, quando Donald Trump era ancora il presidente di quel paese, tuttavia la visita è stata rinviata a causa dell’assalto al Campidoglio effettuato dai seguaci del magnate di New York.