Foto da: Al Arabiya
Gli Stati Uniti hanno accolto con favore l’ipotesi di una tregua di lunga durata nella striscia di Gaza ed hanno invitato le due parti ad impegnarsi nel rispettarla.
Il segretario generale delle nazioni unite, Ban Ki-Moon, ha espresso, tramite un discorso del suo portavoce Stéphane Dujarric, la sua speranza che questo cessate il fuoco possa rappresentare una premessa per una mediazione politica volta a realizzare una pace duratura costruita sul rispetto di quelli che sono i principi di entrambi i paesi.
Mercoledì mattina, la portavoce dell’esercito israeliano ha annunciato, all’agenzia “France press”, che entrambe le parti si impegneranno a rispettare i termini del nuovo accordo al quale si è giunti dopo circa 50 giorni di combattimenti. Ha inoltre affermato: “ da martedì sera non si sono più registrati lanci di razzi sul territorio israeliano né raid israeliani su Gaza”.
Nel frattempo a Gaza, migliaia di palestinesi sono scesi in strada dando vita a spontanee manifestazioni di gioia nella speranza di una reale entrata in vigore del cessate il fuoco e per festeggiare l’accordo che ha posto fine ai bombardamenti israeliani sulla striscia.
Mahmud Abbas ha fissato alle 19, ora palestinese, il termine ultimo per lo stop alle operazioni ed ha ringraziato l’Egitto per gli sforzi fatti per raggiungere un accordo.
Musa Abu Marzouk , leader di Hamas e membro della delegazione dei negoziatori, ha affermato che i colloqui per una pacificazione si sono conclusi con un accordo che premia la fermezza della resistenza e segna la fine dell’aggressione israeliana.
Il ministero degli esteri egiziano, in un comunicato, ha affermato che l’accordo si basa su quello del 2012 e prevede la fine delle persecuzioni e degli omicidi della leadership e degli attivisti, l’apertura di tutti i corridoi permettendo così il movimento di merci, articoli commerciali, materiali, combustibile, gas e la circolazione degli individui.
Un’altra importante questione riguarda la zona di pesca. Attualmente gli abitanti di Gaza dispongono di una superficie di 3 miglia che, secondo l’accordo, verrà ampliata fino a 6 e, forse, a 12 in futuro.
Per quanto riguarda invece le trattative relative alle questioni più spinose, come la costruzione di un porto e di un aeroporto a Gaza o il rilascio dei prigionieri, la loro discussione viene rimandata di un mese dalla conferma del cessate il fuoco, e prevede la mediazione dell’Egitto.
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Traduzione originale per Pressenza dall’arabo di Claudia Campisano