Una ventina di persone legate al movimento Extinction Rebellion si sono recate questa mattina sotto la sede centrale della RAI, in via Verdi, per consegnare “regali di Natale” alla redazione. Tra loro, una persona vestita da Babbo Natale e una vestita da renna, simbolicamente sdraiata a terra con un cartello al collo con scritto “in via d’estinzione”.
Gli attivisti hanno posizionato di fronte all’entrata una televisione con un fiocco rosso, sul cui schermo era scritto “crisi climatica ed ecologica”, in attesa di avere un incontro con il capo redattore del TGR Piemonte per poter consegnare ufficialmente la richieste per una servizio televisivo più attento alla più grande crisi che l’umanità si trovi ad affrontare: la crisi climatica ed ecologica. Le richieste portate dagli attivisti riguardano la necessità di garantire uno spazio maggiore alla crisi climatica nei palinsesti RAI, con approfondimenti scientifici, opinioni di esperti e utilizzando un linguaggio appropriato (Leggi le richieste)
Il 30 novembre 2020, il Segretario Generale dell’ONU ha rilasciato un drammatico appello globale affermando che, “i livelli di CO2 continuano ad aumentare, se non cambieremo immediatamente corso potremmo, in questo secolo, superare la catastrofica temperatura di 3° C”. Le televisioni, e i media in generale, sono fondamentali nell’informare i cittadini sulle catastrofi a cui stiamo andando incontro e nel creare il contesto sociale e politico affinché il Governo sia motivato a prendere le decisioni radicali ed urgenti che sono necessarie. Come dimostrato da un report del 2018 AGCOM sul Consumo di Informazione in Italia, infatti, la televisione in Italia si conferma ancora il mezzo con la maggiore valenza informativa, sia per frequenza di accesso, sia per importanza e attendibilità percepite.
Nonostante il TG1 abbia aderito formalmente al progetto Covering Climate Now, la crisi climatica continua ad avere una copertura mediatica bassissima. Secondo l’ultimo report Ecomedia, promosso da Pentapolis Onlus in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia, nel 2019 le notizie relative all’ambiente hanno riguardato il 10% delle notizie dei principali TG italiani. Tuttavia, nonostante si tratti di un dato già abbastanza allarmante, esplorando meglio la composizione di queste notizie, emerge come solo l’1,3% delle notizie totali abbia riguardato la crisi climatica. Inoltre, la parola più utilizzata a livello di comunicazione di temi ambientali risulta essere «maltempo», la quale sminuisce e decontestualizza i singoli fenomeni evidenziando la mancanza di una visione d’insieme degli eventi.
Il 18 settembre, gli attivisti di Extinction Rebellion avevano già invitato la redazioni dei principali giornali e televisioni italiane a raggiungerli in Piazza Castello, ma nessun giornalista della RAI ha mai risposto al loro invito. Durante quella giornata, 8 persone si sono incatenate sulle colonne della cancellata di Palazzo Reale, aspettando l’arrivo dei direttori. Le 8 persone sono poi state denunciate per aver acceso dei fumogeni e per non esser scesi dalle colonne quando richiesto dalle forze dell’ordine.
Extinction Rebellion torna oggi alle porte della redazione piemontese della principale televisione italiana affinché il giornalismo televisivo diventi parte attiva del cambiamento di cui l’umanità ha un disperato bisogno.
Perché non ci sarà giornalismo su un pianeta morto.
Extinction Rebellion Torino