Le manifestazioni per la Società della Cura si sono svolte in Piemonte a Torino e San Didero (Val Susa).
La piazza torinese scelta per la manifestazione è piazza Castello, sotto la sede della Regione Piemonte, dove si è svolto il presidio che è durato due ore ed ha visto più di cento partecipanti a rappresentare il variegato mondo dell’attivismo torinese che ha aderito al manifesto per La Società della cura.
Un ottimo risultato in una regione rossa in cui sono attivi grandi limitazioni al movimento individuale e, fatto salvo il diritto di manifestare garantito dalla Costituzione e previsto anche nell’ultimo DPCM, gli spostamenti sono limitati allo stretto indispensabile.
Al microfono si sono susseguiti gli interventi specifici che hanno toccato i temi caldi di questo periodo. Citandone alcuni in estrema sintesi:
- La necessità della ricostruzione di un sistema sanitario nazionale pubblico, universale ed omogeneo, attribuendogli tutte le risorse necessarie e fermando la deriva privatistica; nello specifico con il rilancio della petizione per il commissariamento della sanità piemontese a causa della pessima gestione locale della pandemia, sia nella prima che nell’attuale ondata.
- L’inutilità delle grandi opere che nella regione Piemonte sono rappresentate dal progetto TAV
- Il controllo pubblico e partecipato delle risorse fondamentali (acqua, energia, gestione dei rifiuti, gestione del territorio)
- La centralità della scuola pubblica che va riaperta in sicurezza e con tutte le risorse necessarie
- La centralità delle istanze dei lavoratori e della dignità del lavoro a scapito della massimizzazione del profitto.
Il manifesto per la società della cura ha avuto il merito di far convergere in un progetto comune realtà e singoli con sensibilità ed interessi diversi creando una rete inedita che si è ritrovata nel pomeriggio nella sua prima assemblea virtuale per definire percorsi e forme di lavoro.