Protesta a favore degli Yezidi. Foto: GfbV.
L’ONU deve garantire aiuto e protezione ai civili indifesi!
L’avanzata delle milizie estremiste dell’ISIS (Stato Islamico dell’Iraq e del Levante) in Iraq causa una nuova ondata di profughi. Dopo i pogrom contro cristiani e musulmani sciiti a Mosul, ora le milizie hanno conquistato Sinjar, piccola città nell’Iraq nordoccidentale dove si concentra la maggior parte dei credenti Yezidi del paese. Le notizie che arrivano sono drammatiche. Secondo la denuncia della parlamentare irachena Vian Dakhil i milizani dell’ISIS hanno ucciso almeno 300 persone in prevalenza uomini e rapito 500 donne yezide. Già nei giorni scorsi circa 200.000 persone perlopiù di fede yezida sono fuggite e diverse decine di migliaia si trovano ora nelle vicine montagne del Sinjar dove sono però bloccati senza cibo né acqua. Difficilmente raggiungibili e esposti a temperature fino a 40 gradi i profughi stanno morendo di sete e fame. Secondo l’UNICEF sarebbero già morti 40 bambini per disidratazione e i pochi aiuti lanciati ai profughi da elicotteri non sono in alcun modo sufficienti per permettere loro di sopravvivere fino all’arrivo di qualcuno che possa condurli attraverso le montagne nel vicino Kurdistan iracheno. Nel frattempo a tentare di raggiungere i profughi a piedi ci sono unità di peshmerga kurdi che però non sarebbero ancora riusciti a raggiungerli.
E’ fondamentale che la Comunità Internazionale e le Nazioni Unite vadano oltre le generiche condanne e contribuiscano con maggiore decisione all’organizzazione di ponti aerei e alla fornitura di cibo, medicinali e altri beni di prima necessità. E’ inoltre fondamentale e urgente che la Comunità Internazionale sostenga l’assistenza ai profughi nel vicino Kurdistan iracheno nel quale si sta riversando la maggior parte dei profughi civili di tutte le religioni in fuga dalle milizie dell’Isis, sia dall’Iraq sia dalla Siria.