Venerdì si compirà l’ultimo passo per la totale privatizzazione dell’inceneritore di Torino.
Un’altra brutta giornata per Torino
La presenza, ormai già drasticamente ridotta, del Comune di Torino negli assetti proprietari sarà virtualmente annullata come ogni reale possibilità di controllo, seppur indiretto, da parte dei cittadini.
Occorre ricordare che quest’opera, controversa sin dall’origine, fu accettata dalle assemblee elettive sulla base del solenne impegno a conservarne la proprietà totalmente pubblica come forma di effettivo presidio della salute pubblica.
Ora che il processo di privatizzazione sia avvia al completamento resta solo la drammatica domanda: quali saranno le conseguenza per la sanità dei cittadini quando i loro rappresentanti non avranno titolo, non per controllare, ma nemmeno per conoscere le totalità delle informazioni su un’attività con caratteristiche così delicate e critiche?
La Democrazia subisce un altro grave danno, le decisioni passano sulla testa dell’assemblea consiliare, così si evita persino di ricordare pubblicamente i solenni impegni presi.
Non si dica che l’interesse pubblico può essere rappresentato da IREN Società a fine di lucro in via di progressiva privatizzazione (anche grazie al volenteroso contributo dell’attuale Sindaco e Giunta) che si distingue dai capitalisti privati solo per il fatto di non poter essere annoverata tra quelli più lungimiranti.
Trincerarsi burocraticamente, per giustificare le svendite delle proprietà comunali (ossia dei Cittadini torinesi) dietro il debito imponente della Città (anche grazie alle Olimpiadi), senza farsi parte attiva nel promuovere un movimento di consapevolezza e impegno cittadino riguardo il progressivo strangolamento finanziario, manifesta non la semplice inesperienza, ma l’insipienza politica dalla giunta Appendino.
Ricordiamo solo che il debito dei Comuni italiani, che rappresenta appena il 5% – 6% del debito pubblico è stato quasi dimezzato, giustificando così le privatizzazioni (o meglio svendite) e la riduzione delle prestazioni sociali, scaricando l’impopolarità sugli amministratori locali.
Contro questo disegno alcuni Consigli Comunali hanno risposto con deliberazioni sulla finanza comunale incentrate sull’audit del debito e sul ruolo della cassa Depositi e Prestiti. Varie nella forma (mozioni, delibere, OdG) ma sostanzialmente identiche nel testo. Dopo Napoli ricordiamo Roma (con voto unanime) e Livorno (a guida del M5S).
Un voto analogo a Torino (terza a esprimersi tra le quattro città più popolose d’Italia) avrebbe contribuito a rompere il ”muro di cristallo” dei media e porre a livello nazionale la questione.
Ma l’attuale maggioranza, pur con lodevolissime eccezioni, ha bocciato la proposta senza nemmeno una parola di spiegazione, almeno di stile. Crediamo un unicum nella storia del Consiglio Comunale.
L’opposizione (o presunta tale) di Centro Sinistra e Centro Destra non ha avuto nemmeno l’incomodo di presentarsi in Aula e di esporsi pubblicamente.
L’accentramento nella Sindaca e nella giunta Giunta da lei nominata, dei processi decisionali, certo facilitato dall’attuale legislazione, porta allo svilimento del ruolo del Consiglio e alla scomparsa del dibattito pubblico.
Un’altra vittoria dei Poteri Forti della nostra Città!
ATTAC Torino