La Rete nazionale delle difensore dei diritti umani in Honduras (Rnddh) ha presentato recentemente il rapporto “La normalità è sempre stato il problema” [1] sulla preoccupante escalation di attacchi contro le difensore dei diritti umani durante la prima metà dell’anno.

Tra gennaio e luglio 2020, la Rete ha registrato almeno 530 attacchi, di cui 425 collettivi, 100 personali e 5 contro organizzazioni a cui appartengono le attiviste. Sono state lanciate anche 20 ‘allerta difensore’ [2].

Le attiviste per i diritti umani che hanno subito il maggior numero di attacchi sono state quelle impegnate nella difesa della terra, dei territori e dei beni comuni, seguite da chi difende i diritti legati al corpo e all’autonomia delle donne. Ciò include i diritti sessuali e riproduttivi e il diritto a una vita libera dalla violenza.

Intimidazioni, violenze psicologiche, minacce e ultimatum costituiscono più dei due terzi degli attacchi registrati. Sono stati inoltre segnalati diversi casi di violazione della libertà d’espressione, di movimento e di riunione, campagne diffamatorie, incitamento all’odio, omofobia e razzismo.

Sono anche stati registrati quattro casi di violenza sessuale e tre detenzioni illegali.

Il personale sanitario è stato un altro bersaglio di discriminazioni, violenze e minacce durante i mesi della pandemia.

I principali autori delle aggressioni sono poliziotti, militari, persone legate ai vertici delle aziende, guardie di sicurezza privata, persone legate a latifondisti e funzionari pubblici. Molti dei responsabili sono ancora sconosciuti, mentre sono stati riportati vari casi in cui i responsabili sono membri di movimenti sociali o partiti politici a cui appartengono le vittime.


Attacchi mortali

Nei primi sette mesi dell’anno, quattro attiviste sono state assassinate.

Ignacia Piota Martínez, membro dell’Organizzazione della fratellanza nera honduregna (Ofraneh), è deceduta a gennaio dopo essere stata vittima di un attentato, un mese prima, nella comunità garifuna Masca. Era la sorella di Mirna Suazo Martínez, presidente del patronato della stessa comunità, anche lei assassinata pochi mesi prima.

Ad aprile, durante uno sgombero violento e illegale nella zona di Marcovia (Choluteca), guardie della sicurezza privata dell’azienda produttrice di zucchero La Grecia hanno assassinato Iris Argentina Álvarez, attivista in difesa della terra.

Un mese dopo, Luz Clarita Zúniga, donna transgender di 23 anni e attivista dell’Organizzazione Pro Unión Ceibeña (Oprouce), è stata lapidata nella città di La Ceiba.

A luglio, in un settore della capitale Tegucigalpa, ignoti hanno ucciso con diversi colpi di arma da fuoco Scarleth Cáceres, donna transgender e attivista dell’Associazione Arcoíris e membro del gruppo Muñecas de Arcoíris.

“La militarizzazione della società e dei territori, la corruzione pubblica e privata, l’impunità e la violenza dell’espropriazione patriarcale, capitalista e razzista hanno segnato la storia del nostro paese.

I promotori di questo modello hanno sempre voluto farci credere che, per le donne, vivere è un privilegio e non un diritto. La pandemia ha semplicemente reso più evidente una crisi strutturale che viene da lontano, esacerbando la vulnerabilità della popolazione e delle donne che difendono i diritti umani”, ha detto Ninoska Alonzo, della Rnddh.


Persone LGBTI sotto attacco

In particolare, il report pone l’accento sui rischi a cui sono soggette quelle donne che, oltre a difendere i diritti umani, sono ‘dissidenti dell’eteronormatività’ e che per questo sono spesso vittime di attacchi d’odio [3].

“L’eterosessualità è presentata come qualcosa di necessario per il funzionamento della società e come unico modello valido di relazione affettiva e sessuale e di famiglia.

Chiunque si discosti dall’eteronormatività diventa bersaglio di aggressioni e manifestazioni d’odio.

Scarleth e Luz Clarita sono state brutalmente assassinate, quasi come se volessero distruggere la loro identità e ciò che rappresentano”, ha spiegato Melissa Cardoza, scrittrice e membro della Rete.

Femministe e donne che difendono i diritti delle popolazioni indigene e nere dell’Honduras sono altri bersagli degli attacchi d’odio razzista.

Note
[1] https://bit.ly/2I15JFv

[2] meccanismo di allerta nazionale e internazionale per i casi più gravi

[3] è la convinzione che l’eterosessualità sia l’unico orientamento sessuale o norma unica per la sessualità.