Il Tribunale speciale sui crimini di guerra in Kossovo, istituito nel 2015 a seguito di un rapporto dell’Unione Europea, ha confermato l’incriminazione del presidente kossovaro Hashim Thaçi e di altre nove persone per crimini di guerra e contro l’umanità commessi durante il conflitto con la Serbia, dal 1998 al 2000.
All’epoca, Thaçi era uno dei leader dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (Uck), organizzazione paramilitare kosovaro-albanese impegnata nel conflitto contro l’esercito di Belgrado.
Secondo i procuratori della Camera degli specialisti sul Kossovo, Thaçi e gli altri nove (tra cui figura il capo del Partito democratico kossovaro e altro ex leader Uck, Kadri Veseli) sono “responsabili di circa 100 omicidi”, oltre che di tortura, persecuzione e sparizioni forzate ai danni di appartenenti alle comunità serba e rom, così come di kossovari di etnia albanese, compresi oppositori politici.
Appresa la notizia della conferma dell’incriminazione, il presidente Thaçi ha immediatamente rassegnato le dimissioni.
Nel 2011 un rapporto del Consiglio d’Europa aveva accusato diversi leader dell’Uck, tra cui lo stesso Thaçi, di sequestri di persona, torture ed esecuzioni sommarie.