Venerdì 30 ottobre 2020 alle ore 20,30 sulla piattaforma Zoom e in diretta su Facebook ci sarà una serata informativa sulla situazione dei profughi e delle profughe a Lesbo dopo l’incendio del campo Moria.
Le ceneri di Moria
Vista la difficilissima situazione in cui si stanno trovando i migranti rinchiusi nei campi sull’isola di Lesbo, in Grecia, e viste le pochissime informazioni che giungono fino a noi, il collettivo pinerolese Lotto non solo L’otto, con il sostegno di Rosso Pinerolese, ha organizzato una serata di approfondimento invitando ad intervenire:
- Federica Tourn, giornalista rientrata da poco da un viaggio a Lesbo
- Stefano Stranges, fotografo, collaboratore di Federica Tourn
- Gianluca Vitale, avvocato ASGI
Modera la serata Marco Magnano, giornalista, redattore di RBE.
Viste le recenti misure imposte dalla gestione della pandemia da Covid 19, la serata si svolgerà online su piattaforma zoom (ID riunione: 870 1211 5085) e verrà trasmessa in diretta sulla pagina facebook di Lotto non solo l’otto. Nonostante la distanza cercheremo di rendere la serata il più fruibile possibile e si darà spazio anche ad interventi e domande da parte dei partecipanti.
L’incendio del campo profughi più grande d’Europa, quello di Moria in Grecia, è stato un disastro annunciato: sovraffollato e pericoloso, è diventato il simbolo di come l’Europa tratta le persone in fuga da guerre e persecuzioni. A seguito della distruzione di Moria decine di migliaia di persone sono rimaste senzatetto: famiglie per strada, in parcheggi e in rifugi di fortuna con teloni e lamiere sulle colline.
Ad oggi più di 12.000 persone sono sull’isola di Lesbo, di cui circa 8000 sono adesso nel campo militare di Kara Tepe, una grande prigione a cielo aperto, creato in pochissimi giorni e gestito dall’UNHCR, ma dove non sono garantiti i minimi diritti umani: cibo di pessima qualità distribuito una volta al giorno, assenza di servizi igienici e di medici, assenza di acqua corrente e di docce.
La situazione è delicatissima ed in continua evoluzione.
Se da un lato dalle ceneri di quella vergognosa esperienza è nato un nuovo mostro, un campo governativo con recinzioni e filo spinato in cui sono stati rinchiusi tutti, anche famiglie con bambini, in cui la polizia di sorveglianza controlla i movimenti, limita l’accesso ai bisogni primari, alla difesa legale, all’assistenza sanitaria, e ai giornalisti. Solo le testimonianze di chi è all’interno ed è costretto a viverci rendono l’idea del trattamento cui sono sottoposti i migranti.
Dall’altro, gli attivisti presenti sull’isola sono costretti dal governo greco a chiudere un campo autogestito di solidarietà, accoglienza e autogestione, il campo di Pikpa, un modello scomodo per le autorità che vogliono tenere sotto controllo e sotto chiave i migranti.Ed intanto, mentre continuano i respingimenti in mare e le deportazioni illegali in Turchia, la società civile italiana ed europea cerca di capire come organizzarsi per portare la propria solidarietà.
Di tutto questo parleremo insieme venerdì sera.Per maggiori informazioni: assembleapopolarepinerolese@gmail.com