Dopo la lettera delle\dei lavoratrici\tori del grande magazzino alla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo (che si è impegnata a seguire il contenzioso mercoledì prossimo al ministero), è intervenuta adesso anche la Confcommercio palermitana, affinché la vicenda possa concludersi positivamente non solo nell’interesse delle parti in causa, ma, soprattutto diciamo noi – così come auspicato sulle pagine di Pressenza –, nell’interesse dei dipendenti tutti (direttamente o indirettamente impiegati nello store) e delle loro famiglie, senza sottovalutare l’interesse della collettività cittadina (valore evidenziato anche dalla Confcommercio), in modo da restituire all’asse viario storico di via Roma il senso perduto del bene comune vissuto da intere generazioni, evitando “la morte dell’indotto economico che insiste” nel tessuto urbuno, costituito molto spesso da imprese a conduzione familiare, scongiurando «un vero e proprio “cimitero a cielo aperto”» -come giustamente evidenziato dall’associazione dei commercianti[ndr]


Con riferimento alla possibile chiusura de La Rinascente, la nostra Federazione confida che le parti giungano a scelte condivise e di buon senso scongiurando la chiusura di un’importante realtà commerciale che fino ad oggi è stata baluardo per un difficile ma prestigioso rilancio della via Roma e più in generale del centro storico di Palermo.

La paventata chiusura de La Rinascente è un dramma che non coinvolge solo i lavoratori e le loro famiglie, ma riteniamo anche il “datore di lavoro” e l’intera città di Palermo. Per questa ragione non riteniamo debba parlarsi di “parti” contrapposte, ma di interesse comune delle parti in causa ed interesse collettivo della città.

Con questa premessa, auspichiamo fortemente che da parte della proprietà dell’immobile si giunga a scelte di buon senso che, se non condivise e attuate, si ritorcerebbero peraltro paradossalmente pure contro la stessa società immobiliare non solo perché non ci saranno nuovi inquilini disposti a spendere cifre fuori mercato, ma anche per i vincoli autorizzativi presenti su via Roma e sullo stesso immobile.
In altri termini, l’immobile, quasi certamente, rimarrebbe del tutto inoccupato. Riteniamo, quindi, convintamente che un eventuale epilogo positivo della trattativa non possa che essere auspicabile dalla stessa proprietà di tale prestigioso immobile, che eviterebbe la ricerca complicata di un nuovo inquilino solido e solvibile che sia disposto, al contempo, a corrispondere le cifre ad oggi richieste al gruppo Rinascente, a superare i vincoli autorizzativi presenti sull’immobile e ad investire in un contesto urbano che fa registrare 180 vetrine commerciali spente ormai da diverso tempo. Circostanza quest’ultima che ci ha indotto di recente a definire via Roma come un vero e proprio “cimitero a cielo aperto”. Un’espressione forte, lo comprendiamo, ma è quella che meglio rappresenta una via che per tanti anni ha rappresentato una bandiera del commercio cittadino e che adesso attraversa un progressivo e inesorabile processo di declino e di desertificazione.

A questo scenario si aggiungono peraltro i dati elaborati nei giorni scorsi dal nostro Centro studi nazionale Confcommercio che fotografano concretamente la drammatica realtà. In Sicilia, causa Covid, i consumi precipitano dell’8,2% (pari a 5,5 miliardi di euro), perdita che si somma alla riduzione di 12 punti percentuali di spesa in termini reali negli ultimi dodici anni. In tale contesto, con il crollo del turismo e in particolare di quello internazionale, in un clima di incertezza e sfiducia sul futuro non possiamo credere che non si giunga ad un dialogo risolutivo tra le parti rispetto alla condivisione di un nuovo canone di locazione.

Da ultimo, non possiamo non appellarci agli stessi valori di Inarcassa che riporta tra gli obiettivi del fondo (fonte sito istituzionale): “Resta in ogni caso fermo che Inarcassa, nell’effettuazione delle proprie scelte di investimento, si ispira, tra l’altro, a principi etici, sociali e ambientali (ESG) e tale impostazione si riflette anche nei criteri di selezione degli investimenti”.

Poniamo, dunque, le seguenti riflessioni: – se la proprietà si pone certi obiettivi da statuto e per volontà quindi dell’ordine degli architetti e degli ingegneri, coloro a cui è stato affidato l’incarico di gestione immobiliare non possono “tradire” il mandato; – l’obiettivo dell’attività di investimento deve pur sempre essere coerente con gli obiettivi della proprietà.

Se la stessa proprietà dunque si pone, da statuto, certi obiettivi, dovrebbe essere consequenziale che l’Ente Gestore agisca in linea al mandato ricevuto ad esito di una gara ad evidenza pubblica e che pertanto l’attività di investimento del gestore, sia coerente con gli obiettivi della proprietà.

Dunque, in vista delle Vostre prossime determinazioni, fiduciosi che possano essere condizionate dai principi ispiratori sopra richiamati, in quanto Associazione Datoriale maggiormente rappresentativa sul territorio cittadino, ci rendiamo disponibili per eventuali momenti di confronto e di dialogo costruttivo.

CONFCOMMERCIO Palermo