Sono le 18:30 e Plaza Dignidad è traboccante di gente, come se non ci fosse mai stata una pandemia di coronavirus (anche se molti indossano le loro mascherine), senza distanza fisica perché ovviamente è impossibile. Un vero e proprio mare umano, che riempie lo spazio centrale della capitale cilena ma anche i viali circostanti, attraversa i tre parchi che vi convergono, l’Alameda e anche entrambe le rive del fiume Mapocho.
Segue il video della nostra giornalista Claudia Aranda quando la gente era appena arrivata, poche ore fa, e non si sapeva ancora bene come sarebbe stato il raduno per celebrare – un anno dopo l’inizio del risveglio sociale cileno – il ricongiungimento tra la gente, la nuova vitalità che la manifestazione collettiva assume, l’impulso che – dalla base sociale – prende di nuovo il volo per rivendicare della dignità.
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Questo secondo video, sempre di Claudia Aranda, mostra in particolare il ponte Pio Nono oggi. Lo stesso ponte da cui un carabiniere ha gettato nel fiume un ragazzo di 16 anni appena qualche settimana fa e che è stato salvato grazie al coraggio di altri manifestanti. Sulle ringhiere di quel ponte sono state installate oggi le “animitas”, piccole urne memoriali che ricordano i morti causati dagli scontri con le Forze speciali durante quest’anno di proteste. Ognuna di esse presenta i loro dati e le loro foto. Un ricordo che esige giustizia per loro.
Questo terzo video di oggi ci permette di entrare nell’atmosfera della manifestazione. Seguendo Claudia Aranda, andiamo in mezzo alla gente che manifesta, i loro simboli, i manifesti, le richieste, i canti e le grida, cercando di capire cosa muove questo popolo che si è riunito in modo così massiccio oggi, un anno dopo l’inizio delle proteste, commemorando un anno dal suo stesso risveglio.
Traduzione dallo spagnolo di Silvia Nocera