Un momento complicato, un mare difficile dove si manifesta ogni giorno la vergogna europea. Da Moria, dove migliaia di persone sono prigioniere delle fiamme e di scelte politiche criminali, al mercantile Maersk Etienne, in un limbo punitivo da oltre un mese. Unica colpa: aver salvato 27 persone che rischiavano di morire annegate.
In Libia si continua a morire e la cosiddetta guardia costiera libica è ancora considerata dai nostri governi un valido interlocutore da finanziare.
“Davanti a questa vergogna, di fronte alla criminalizzazione della flotta della società civile che viene costantemente ostacolata dal governo italiano e dai governi europei la risposta migliore che possiamo dare è una sola: tornare in mare, innanzitutto e sempre a tutela della vita e dei diritti di donne, uomini e bambini che affrontano il mare per fuggire dall’inferno libico”, spiega Alessandro Metz, armatore sociale e portavoce di Mediterranea Saving Humans.