Il sito di via Germagnano a Torino, popolato da famiglie Rom, è stato sgomberato e le baracche abbattute nel silenzio generale.
Il “progetto speciale Campi Nomadi” è stato approvato nel 2018: non ci troviamo quindi di fronte ad una decisione emergenziale, ma ad una strategia a medio termine.
La puntualità chirurgica di certe decisioni di questa amministrazione è sconcentarte: in periodo di recrudescenza dei contagi la chiusura con demolizione del sito di via Germagnano alla periferia nord di Torino, che ospita un centinaio di famiglie, ricorda la nefanda decisione di chiudere il sito umanitario della Croce Rossa in piazza D’Armi.
Siamo quindi di fronte ad un’ulteriore sconsiderata decisione che va ad impattare sui diritti umani, la pace sociale e la salute pubblica.
Come avvenuto nel 2017 per la delibera sulla finale di Champion League della Juventus, evento tragico con un bilancio di 3 morti e oltre 1600 feriti, quest’amministrazione ripercorre ancora una volta le orme del tanto vituperato “Piddì“, che nel 2015, in “odore” di elezioni, pensò bene di sgomberare il sito di lungo Stura Lazio con risultati che sono storia recente.
Ma la sindaca Appendino e la vicesindaca con deleghe alle politiche sociali Schellino, non sembrerebbero essersi preoccupate degli scarsissimi risultati della delibera della precedente amministrazione.
Risulta anzi che la loro soluzione al problema consista in una cifra una tantum di 1000 euro a famiglia peraltro stanziati dalla Compagnia di S. Paolo, tutti ricordiamo quanto Appendino, quando era all’opposizione, criticasse l’apporto delle fondazioni.
Stiamo assistendo da parte di quest’amministrazione ad una distribuzione a pioggia di denaro nei fatti totalmente inefficace?
Perché la realtà dei fatti è che queste famiglie si stanno spargendo per Torino, il che dimostra l’incapacità di individuare e percorrere una soluzione condivisa che preveda un serio percorso d’integrazione e abitazioni alternative; eppure il progetto sul superamento dei campi rom è in atto dal 2018.
Forse pensano che 104 famiglie con i 1000 euro si sarebbero volatilizzate nell’aria?
Alcune di queste famiglie si sono già stanziate nell’area camper di piazza d’Armi, luogo ancora una volta in primo piano per aspetti di fragilità sociale.
Se questo maldestro sgombero di via Germagnano è un tentativo di ingraziarsi l’elettorato in vista delle elezioni comunali, l’unico risultato sarà quello di rafforzare le destre estreme che dalla presenza dei rom nei quartieri di Torino hanno da sempre fatto un cavallo di battaglia.
Quello che preoccupa è la “logica” con la quale vengono prese certe decisioni, la “lungimiranza” con la quale se ne prevedono gli effetti, e la “capacità” di gestirli.
Il che vuol dire che non stupirebbe se con una repentina e violenta decisione si pensasse di sgombrare con la forza anche piazza d’Armi senza una politica seria e soprattutto a lungo termine.
In quel sito ci sono persone senza dimora anche italiane (peraltro molti rom lo sono) che nel tempo sono riuscite per quanto possibile ad istituire rapporti umani, di mutuo soccorso e un minimo di fragile stabilità.
Sgomberare in modo indiscriminato quell’area facendo magari finta di dimenticarsi o di non sapere che ci sono persone che vivono lì da tempo nella vana attesa che le politiche sociali del Comune se ne facciano carico, sarebbe l’ennesima dimostrazione della totale mancanza di attenzione verso persone in condizioni di fragilità sociale.