Un amico brasiliano mi diceva: “In Brasile se vedi dalla fessura di un muro la coda di una lucertola e tiri… esce fuori un coccodrillo!” Le contraddizioni più piccole nascondono mostruosità.
In Brasile ho vissuto due anni e ci tornerei.
E in Egitto?
In Egitto non sono mai stato, ma confesso che avrei molta paura ad andarci, non parliamo di fare un minimo lavoro di ricerca, indagine, inchiesta. Noi abbiamo Regeni, non dobbiamo mollare quella coda di lucertola, anche Zacki è da quelle parti, e quanti marciscono nelle galere egiziane?
>Ma veniamo alla notizia di questi giorni: VIETATI GLI AQUILONI IN EGITTO. Sono una “minaccia alla sicurezza nazionale”, testuali parole. Migliaia di bimbi, ragazzini, giovani, avevano sviluppato questa arte, chiusi in casa dal Covid. Cosa fare?
Anche questi fanno paura, si teme che vi si possa collegare qualche telecamera… Come se un aquilone reggesse un peso di quel genere.
Nei mie due anni in Brasile andavamo quasi ogni domenica al parco Ibirapuera, un fantastico polmone verde nel cuore di San Paolo, 20 milioni di abitanti. Ho visto ragazzini che coltivavano letteralmente quest’arte, avevano centinaia di metri di filo, sapevano quando e quanto mollare, tirare, tenere il filo teso e dare spago a poco a poco, e tenerli alti. Si vedeva lontanissimo un puntino minuscolo, ma con un gioco di polso lo “tenevano in vita”. Immaginiamo quanto possa costare quest’arte? Questo gioco?
Oxfam, i dati sui più ricchi e i più poveri al mondo, i numeri crescono, la forbice si allarga, ma fino a quanto?
Il filo si spezza, anche quello di un aquilone.
E il nostro governo vende armi all’Egitto.
La notizia degli aquiloni esce sul Manifesto e su diversi siti di quella che una volta si chiamava “controinformazione”, ma in realtà è “informazione”, perchè dall’altra c’è il silenzio, o spettacolo.
Mosaico di pace chiude il pezzo così: “Sembrerebbe ridicolo imbastire una campagna per fare ritornare gli aquiloni nel cielo d’Egitto ma – credetemi – ne vale proprio la pena!”
Ci stiamo, prendiamo nota. A settembre, davanti al consolato egiziano, proveremo anche noi a far volare degli aquiloni.