Ieri sera è andato in scena al Polo del ‘900 “Un Gramsci mai visto” spettacolo di Angelo D’Orsi, ispirato alla sua biografia del gigante della storia politica italiana: Antonio Gramsci.
Angelo D’Orsi, storico, ex Ordinario dell’Università di Torino, ha portato in scena uno spettacolo teatrale dal titolo “Un Gramsci mai visto“, composto da cinque monologhi inframezzati da musiche e canti d’epoca interpretati dall’ottimo gruppo “Le Primule Rosse”.
Lo spettacolo è ispirato al libro dello stesso D’Orsi: “Gramsci. Una nuova biografia”, edito da Feltrinelli.
Notevoli le sue doti di affabulatore, conduce per mano lo spettatore attraverso tutta la vita di Antonio Gramsci, immedesimandosi in lui.
Racconta la storia di uno dei fondatori, poi segretario del Partito Comunista Italiano, parlando in prima persona, con tono pacato eppure suadente, con tratti anche di sagace ironia.
Nei cinque monologhi rimani incantato, è come se ti parlasse Gramsci stesso, raccontandoti accadimenti, riflessioni, dubbi, gioie, dolori di una vita, la vita di questo piccolo uomo, gobbo, malato, eppure dotato di un’autentica passione politica e straordinaria forza interiore.
Alcune frasi ripetute come un mantra tra cui: “Un giornalista del proletariato ha il dovere di raccontare la verità”.
Racconta dei dissensi politici con Amadeo Bordiga, come lui tra i fondatori del PCI e Segretario del partito prima di lui, delle perplessità nei riguardi di alcune convinzioni dei dirigenti del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica), tra cui quelle che riguardavano la crisi del ’29.
I dirigenti sovietici erano convinti che la crisi avrebbe portato alla fine del capitalismo, lui, al contrario, che l’avrebbe rafforzato. Un Gramsci quanto mai attuale, l’esperienza ce lo insegna: ad ogni crisi la forbice delle diseguaglianze si allarga, i ricchi diventano sempre più ricchi, mentre le classi dei lavoratori, non solo quindi la classe “operaia”, ma anche la classe media, s’impoveriscono sempre di più.
D’Orsi racconta anche di un episodio della vita di Gramsci non banale: il componimento a tema libero che scrisse al liceo, scritto di getto negli ultimi 15 minuti delle due ore a disposizione, che intitolò “Oppressi ed Oppressori”.
E Gramsci fu un oppresso che subì la brutale vendetta politica degli oppressori fascisti alla quale non si piegò mai, scelta che lo portò alla morte per malattie e stenti.
Alla fine di “Un Gramsci mai visto” oltre allo stupore per il fatto che fosse già finito, mi ha assalito una sottile malinconia, quella di dovermi separare da Antonio Gramsci, uomo di grande spessore.
E’ uno spettacolo per il quale ci dovrebbe essere la coda di scolaresche: la capacità di Angelo D’Orsi di raccontare Gramsci è adatta a tutte le età.
Lo spettacolo ritornerà a Torino il 22 settembre.