Break The Silence è una splendida idea di 4 giovani donne che hanno creato una pagina Istagram per permettere ad altre donne di raccontare anonimamente le loro storie di molestie, vessazioni, violenze.
Nella pagina Instagram di Break The Silence di dà voce al silenzio, a quel silenzio nel quale moltissime donne vittime di abusi, molestie, violenze, spesso si rifugiano e si rinchiudono.
Mariachiara Cataldo, ha lanciato l’appello, e Francesca Valentina Penotti, Giulia Ghinigò e Francesca Sapey hanno risposto con entusiasmo ed ora collaborano nell’amministrazione della pagina.
Una pagina che sta riscuotendo molto successo, evidentemente la possibilità di rendere pubbliche le proprie storie, mantenendo l’anonimato, è un’esigenza molto sentita che permette alle donne di non sentirsi sole, magari in preda a sensi di colpa.
Riportiamo alcune dichiarazioni salienti dell’intervista:
«L’altra sera dopo mesi di lock-down sono uscita di nuovo con le mie amiche e sono rimasta colpita dal fatto che alla prima sera in cui esco, mi sono di nuovo ritrovata a subire violenza verbale per strada»
«Tantissimi uomini sono rimasti increduli del fatto che tutte le proprie college, di scuola, di università, di lavoro, avessero subito nella propria vita, almeno una volta, una violenza fisica o verbale».
«Vogliamo far capire che anche quelli che si definiscono “piccoli gesti”, come fischi o frasi inappropriate, se non sono richieste, si possono definire a tutti gli effetti violenza“.
«Sui social ricevo, da parte di uomini, messaggi molto molto insistenti, con modalità di approccio non molto carine, ai quali faccio presente che questo modo di comportarsi non va bene. Al mio negarmi alle loro avances, ho ricevuto insulti quali troia o figa di legno».
«Basta tenermi le cose per me, è arrivato il momento in cui dare voce a persone che non ne hanno avuto la possibilità o non se la sono sentita»
«Ritengo che questa iniziativa sia importante perché ritengo che non si capisca ancora abbastanza quanto questo problema sia diffuso. Spesso certe persone non capiscono che certe frasi possono colpire (ferire n.d.r.) davvero una persona e possono portarla ad avere problemi sociali (di relazione n.d.r.) e psicologici. E’ importante dar voce a tutte le persone che non sono in grado di farlo da sole».
«Quando lavoravamo insieme siamo entrambe state vittime di violenze verbali a sfondo sessuale da due datori di lavoro su due. Questo mi ha fatto pensare alle molestie che ho subito nella mia vita: da quella più esplicita, al semplice fischio o suono di clacson»
«Una molestia verbale, fino a quelle fisica, che ovviamente è la più grave, è tale in quanto ove la persona non richieda un apprezzamento o qualcosa che comunque può metterla in difficoltà (o semplicemente in imbarazzo, n.d.r.) rende comunque quel comportamento un molestia».
«Nel 2020 io credo che ogni donna debba essere libera di uscire di casa senza sentirsi molestata o preda di qualcuno»
Questa pagina Istagram sarà molto utile anche (soprattutto?) agli uomini, che avranno possibilità di comprendere quanto certi atteggiamenti siano odiosi, violenti e figli di una cultura vetero-patrircale, quindi sessista, prevaricatrice, e orrendamente patetica nella sua vetustà.
L’intervista alle 4 giovani donne che gestiscono la pagina: