Il Consiglio d’Amministrazione di SMAT ha convocato l’ assemblea dei soci (i Comuni) per l’inizio di giugno con all’ordine del giorno la scelta se procedere alla trasformazione di Smat, ossia al suo abbandono della forma di Società per azioni (commerciale a fine di lucro come recita il codice civile) per rivestire quella pubblica.
Curiosa la sede scelta: lo Stadio Olimpico di Torino. Forse ispirandosi allo scattismo del nostro olimpionico concittadino Livio Berruti, a cui va la nostra sincera simpatia? Certo non alla sua signorilità.
È nota la contrarietà del vertice di Smat a questa trasformazione, e vien da pensare che la scelta del luogo – propizio al distanziamento sociale imposto dal coronavirus – sia stata voluta per far sentire rapidamente, con scatto atletico, ai Sindaci dei Comuni soci SMAT la sola voce contraria alla ripubblicizzazione, approfittando dell’ oggettiva limitazione di agire e di far sentire la propria voce in cui si trovano invece i sostenitori della ripubblicizzazione dell’acqua?
Tanto l’arbitro della pubblica opinione è assordato dalla sola tifoseria mediatica rimasta in campo (o sugli spalti): gli ultras del mercato. La platea dei Sindaci entrerà nello Stadio, guidata dagli allenatori del CdA di Smat, dalla porta di Via Filadelfia: forse una garbata gentilezza per la nostra Sindaca, per dimostrare che in fondo il “controllo analogo” c’è? Con agile scatto e complicità mediatica ci si prepara a segnare (almeno nelle intenzioni) un punto contro la ripubblicizzazione. Aveva torto de Coubertin: l’importante non è partecipare, l’importante è non far partecipare l’avversario!
Curiosamente, nello stadio provvisoriamente adibito a questa insolita disciplina atletica, si trova anche, cosa ormai rara nei nuovi stadi, la torre della Maratona. La torre che serviva ad annunciare l’arrivo in lontananza dei maratoneti prossimi al termine delle loro fatiche. Questo ci fa piacere, perché noi non siamo degli scattisti pronti ad approfittare della momentanea difficoltà dell’avversario. Ci piace paragonarci a dei maratoneti perché è da lunghi anni che ci battiamo per l’acqua pubblica e, anziché stancarci, ci abbiamo preso gusto.
Forse gli improvvisati velocisti beneficeranno di un vantaggio mentre noi siamo costretti ad attendere la fine dell’emergenza sanitaria per esercitare la pienezza dei nostri diritti costituzionali. Ma lo faremo, in ogni caso. Torneremo a essere presenti nei mercati e nelle piazze di Torino e Provincia per parlare con la cittadinanza – che molti pretendono di rappresentare ma si rifiutano di ascoltare -, torneremo a esercitare il diritto di presenziare alle riunioni dei Consigli Comunali, torneremo a chiedere i Consigli Comunali aperti e promuoveremo iniziative democratiche anche raccogliendo le firme dei cittadini negli spazi pubblici restituiti alla comunità.
Faremo tutto ciò ben consapevoli che l’ultima e più importante gara olimpica è la Maratona!