Quito, 3 maggio 2020
Dopo più di due mesi, la situazione in Ecuador conseguente alla pandemia del virus Covid-19 è purtroppo catastrofica. Ai primi di aprile 2020, le immagini, i video e le fotografie della città di Guayaquil, la più popolosa dell’Ecuador, circa tre milioni di abitanti, trasmesse dalle televisioni e dai media internazionali di tutto il mondo sono state molto più eloquenti di qualsiasi parola.
I corpi delle persone decedute abbandonati, per giorni, nelle strade, sulle panchine sotto i portici, avvolti da lenzuoli o da teli di plastica, per dare un minimo di dignità sono immagini che non saranno facile da dimenticare e che rimarranno come un onta indelebile per i responsabili. La scelta da parte dei familiari di spostare i propri defunti al di fuori delle proprie abitazioni, non era certamente dovuta ad una totale mancanza di rispetto per i propri congiunti, ma come si può ben comprendere, aspettare per 4-5 giorni con una salma in casa, con una temperatura di circa 30 gradi ed un alto tasso di umidità, diventava un problema di salute pubblica. I parenti sono stati costretti ad un scelta crudele: tra l’abbandono per strada del corpo dei propri cari, normalmente i più anziani, e la salvaguardia della vita dei più giovani soprattutto i bambini.
Secondo il Financial Times , dal 1 marzo al 15 aprile 2020 i morti, nella sola provincia del Guayas, sarebbero circa 10.200 in più rispetto alla media dello stesso periodo negli anni precedenti, mentre il numero dei deceduti legati al Covid-19, comunicati dal governo per lo stesso periodo, per la provincia del Guayas, erano solo 245.
Inoltre, la Procura sta indagando su 131 corpi , ma potrebbero essere molti di più, in avanzato stato di decomposizione, di cui non si conosce l’identità, ritrovati in alcuni obitori provvisori presso tre ospedali del Guayas, per risalire all’identità dei deceduti e poter consegnare i resti alle relative famiglie che da settimane non possono piangerli.
L’improvvisazione, l’impreparazione o la cinica scelta con cui le autorità preposte hanno affrontato la situazione, certi di una copertura mediatica locale compiacente, sono talmente evidenti che lo stesso presidente della Repubblica dell’Ecuador, Lenin Moreno , sotto la forte pressione delle immagini internazionali, ha dovuto smentire due volte le inverosimili cifre dei contagiati e dei deceduti che il suo stesso governo aveva diramato. Non si sa se per incompetenza o scelta politica deliberata, per non arrecare un ulteriore colpo alla credibilità e alla popolarità di un presidente e di un governo che attualmente è ampiamente inferiore al 8%.
L’indolente modo di gestire la crisi è diventata ancora più preoccupante con il passare dei giorni. Le cifre ufficiali del governo, al 2 maggio 2020, sono di 27.464 contagiati e 1.371 morti, ma anche in questo caso i numeri sono ampiamente sottostimato o probabilmente falsati, anche considerando che dal primo caso di Covid-19 confermato, 29 febbraio 2020, in più di due mesi, sono stati eseguiti solamente 73.929 test Covid-19 , una cifra assolutamente bassa rispetto alla popolazione (circa 17 milioni); solo per comparare, attualmente l’Italia esegue circa 50.000 test al giorno e la Germania quasi 100.000 al giorno.
Inoltre, il ministro della sanità in una intervista ha dichiarato che si aspetta, per la fine di giugno 2020, circa 10 milioni di contagiati e circa 100.000 morti , la stessa cifra di deceduti che prospettò il presidente degli Stati Uniti rispetto a una popolazione di circa 330 milioni. Quindi, secondo le stime del governo, in due mesi dovrebbero contagiarsi circa 9.900.000 persone e perdere la vita in 98.000! Ma questo non ha fermato il governo, di cui lo stesso ministro fa parte, per ritenere la situazione in via di miglioramento e decidere di uscire dalla fase di isolamento e passare alla fase di distanziamento sociale, riaprendo imprese e servizi pubblici tra gli altri. La contraddizione è talmente evidente che 204 dei 221 comuni del Paese si sono rifiutati di accettare la proposta del governo. Anzi hanno deciso di allungare l’isolamento di un altro mese (chiamato semaforo rosso), come ha fatto il Consiglio Comunale della capitale Quito. Questo non fa che aumentare le paure e le insicurezze di una popolazione che non sa più a cosa credere.
A questo si aggiunge anche la strategia da parte del governo di colpevolizzare la popolazione per il suo scarso senso civico, in quanto spesso non ottemperano al coprifuoco imposto dalle ore 14.00 alle 05.00 successiva e alle disposizioni che regolano le uscite nelle altre ore.
Il fatto che quasi il 30% della popolazione ecuadoriana vive in povertà relativa (US$ 84,82 mensili) o estrema (US$ 47,80 mensili) , e sopravvive grazie a lavori giornalieri, informali e saltuari, implica che senza un aiuto socio-economico concreto da parte dello Stato, finora scarso e inesistente, le persone siano obbligate ad una scelta dolorosa: uscire con il rischio di infettare se stessi e i propri familiari, o rimanere in casa senza poter sostenere la propria famiglia.
Per ultimo, per affrontare la crisi economica che segue purtroppo la crisi sanitaria, il governo dell’Ecuador ha proposto una legge economica urgente in chiara controtendenza con quasi tutti i Paesi del mondo. In piena crisi sanitaria, sociale ed economica, infatti, sono stati migliaia i licenziamenti nel settore pubblico, a cui vanno aggiunti quelli del settore privato, e che si prevede faranno alzare di circa un altro 8% la popolazione in povertà estrema o relativa. La legge prevede inoltre, tra i vari punti, che il peso maggiore (65%) per sostenere le finanze pubbliche venga dai dipendenti pubblici e privati, e solo il 35% venga sostenuto dal grande capitale, dalle banche e dalle grande imprese. Ad esempio, il governo prevede di ricavare circa 900 milioni di dollari dal taglio degli stipendi, superiori ai 600 dollari mensili, dei dipendenti pubblici e privati, e solo circa 500 milioni di dollari dalle imprese, che hanno avuto ricavi per più di milione di dollari nell’ultimo anno fiscale, inoltre le banche, che negli ultimi anni hanno avuti utili record, non saranno interessata da questa proposta.
Sembra che il governo ecuadoriano preferisca tutelare prioritariamente solo gli interessi del grande capitale e delle grandi ricchezze del Paese, per tutti gli altri, sálvese quien pueda!
Esther Cuesta Santana
Parlamentare dell’Ecuador
1. “Global coronavirus death toll could be 60% higher than reported”, Financial Times, 26 aprile 2020.
2.Comunicato FGE (Fiscalia General del Estado) No. 349-DC-2020, 1 maggio 2020.
3.Discorsi alla Nazione. Lenin Moreno, 2 e 16 aprile 2020.
4.Twitter del Ministero della Salute dell’Ecuador. 2 aprile 2020: contagiati 3163, morti 120. 16 aprile 2020:
contagiati 8225, morti 403.
5.Twitter el Ministero della salute dell’ Ecuador: 2 maggio 2020.
6.Teleamazonas. 26 aprile 2020.
7.INEC- Instituto Nacional de Estadística y Censos, “Reporte de pobreza y desigualdad–Diciembre 2019”.
8.Previsione del Ministro dell’ Inclusione Economica e Sociale, nella sessione No. 665 del 28 aprile 2020, al
Parlamento Ecuadoriano.