Ventitre esperti di sanità da tutta Europa, tra i quali due studiosi italiani (Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, e Walter Ricciardi, docente al Dipartimento di Salute Pubblica dell’Università Cattolica di Roma) hanno firmato un intervento sul British Medical Journal (Bmj), uno delle riviste internazionali di maggiore rilievo, per auspicare maggiore cooperazione tra gli stati europei in ambito sanitario per fronteggiare l’emergenza provocata dal Coronavirus.
Una risposta unitaria sostenuta dalla solidarietà e dai valori sociali che sono al centro del progetto europeo permetterà di rafforzare l’identità europea. Dimostrando solidarietà nei modi in cui gli Stati membri affrontano i focolai di malattie infettive, l’Europa fornirà un esempio duraturo e un precedente per affrontare le future pandemie, dimostrando solidarietà nei modi in cui gli Stati membri affrontano i focolai di malattie infettive.
Il Consiglio Europeo di recente ha sottolineato l’importanza della solidarietà e della cooperazione europee in risposta all’epidemia di Covid-19. Benché si tratti di un’emergenza mondiale, non in tutti i paesi europei si è raggiunto lo stesso livello di saturazione degli ospedali e, in particolare, delle terapie intensive. Una prima azione da mettere in campo per garantire maggiore capacità di risposta potrebbe essere quella di sostenere i trasferimenti di pazienti.
La condivisione internazionale dei letti di terapia intensiva è però solo una delle opportunità esistenti: questo è il momento in cui l’Europa, sottolineano gli esperti europei, deve affrontare e sostenere investimenti nel campo della ricerca e della diffusione di innovazioni in materia di prevenzione e cura, sfruttando le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dalla robotica. Inoltre, l’impatto psicosociale dell’isolamento e del distanziamento sociale di questa pandemia genera ulteriori bisogni che possono essere affrontati soltanto attraverso un potenziamento delle cure primarie e dei servizi di prevenzione e promozione della salute.
“Questa collaborazione- sottolinea Sabina Nuti- può essere il punto di ‘ripartenza’ dell’Europa, una ripartenza dalla condivisione delle esperienze e dalla ricerca di soluzioni innovative per fondare sui valori e non soltanto sulla convenienza economica il nostro futuro. In questa prospettiva – conclude Sabina Nuti siamo tutti chiamati a mettere in campo le nostre competenze e il nostro know-how per dare un contributo non solo al sistema paese ma a tutta l’Europa”.