L’ex vicepresidente Joe Biden ha ottenuto un grande successo nel Super Martedì II del 10 marzo, vincendo in 4 sui 6 Stati la corsa alla nomination del candidato presidente democratico: Idaho, Michigan, Mississippi and Missouri. Bernie Sanders ha vinto in North Dakota e al momento è dato leggermente in vantaggio nello Stato di Washington, con il 67% dei voti conteggiati. Gli opinionisti della tv via cavo e le élites del Partito Democratico si sono subito avventati sui risultati, domandando a Bernie Sanders di uscire dalla corsa e chiedendo la cancellazione delle resto delle primarie e dei dibattiti.
Il rappresentante democratico della Carolina del Sud James E. Clyburn ha dichiarato alla National Public Radio: “Credo che alla fine della notte, Joe Biden sarà il grande favorito per ottenere la nomination a candidato presidente democratico… Penso anche che sia l’ora di chiudere le primarie e di cancellare il resto dei dibattiti”. James Carville, un professionista della politica con relazioni decennali con i Clinton, ha dichiarato al canale televisivo MSNBC: “Finiamola con queste primarie, guardiamo avanti e iniziamo a pensare a novembre. È finita, i risultati sono chiari, non c’è motivo di andare avanti neanche un solo giorno in più.”
Alicia Garza, sostenitrice di Elizabeth Warren e co-fondatrice di Black Lives Matter Global Network ha twittato: “Non sono assolutamente d’accordo … Continuiamo con i dibattiti e garantiamo che i problemi che interessano alla comunità di colore siano all’ordine del giorno. Biden ha bisogno di impegnarsi per ottenere questi voti”.
Il reverendo William Barber II, co-presidente del Poor People’s Movement (campagna in sostegno dei più poveri, N.d.T.), ha aggiunto: “La campagna per i più poveri insiste sul fatto che le primarie debbano continuare finché Biden e Sanders non avranno affrontato la questione della povertà, che colpisce 140 milioni di americani: 52.1% di bambini, 61% di afro-americani e 66 milioni di bianchi”.
Devono ancora svolgersi oltre 30 primarie e assemblee elettorali statali e territoriali, rappresentando circa 40 milioni di elettori americani. Naomi Klein, corrispondente dell’Intercept, che ha espresso il suo appoggio a Sanders apparendo in televisione su “Democracy Now!”, ha detto in un’intervista: “Tutti quelli che parlano di chiudere qui le primarie stanno solo cercando un modo di proteggere Biden dagli elettori. Donald Trump non si arrenderà facilmente e sfiderà Biden senza scrupoli… Prima dei buoni risultati nelle primarie della Carolina del Sud, Joe Biden era stato dato per sconfitto da molti degli opinionisti e degli esperti che ora invece lo vedono come sicuro vincitore. È da mesi che Biden non è stato posto sotto i riflettori con l’attenzione dovuta a un dibattito presidenziale, ma non dobbiamo assolutamente dimenticarci di farlo.”
Sanders stesso ha messo fine ad ogni speculazione sulla sua eventuale uscita dalla corsa, parlando mercoledì pomeriggio: “Donald Trump è il presidente più pericoloso di tutta la storia moderna del nostro paese… è razzista, sessista, omofobo, xenofobo e bigotto e deve essere sconfitto. Farò tutto ciò che è in mio potere per batterlo”.
Sanders ha poi sfidato Biden, anticipando diverse domande che intende porre al candidato avversario durante il prossimo dibattito, il primo vero testa a testa tra i due, che si terrà a Phoenix questa domenica, senza pubblico a causa della diffusione del Coronavirus.
“Joe, cos’hai intenzione di fare per le 500.000 persone che andranno in bancarotta nel nostro paese per i debiti legati alla loro situazione sanitaria?”
Ha poi proposto 10 ulteriori domande, su argomenti che spaziano dalla sanità, alla crisi climatica, ai debiti studenteschi, all’incarcerazione di massa, all’immigrazione, sfoderando infine il suo asso nella manica: la diseguaglianza economica e lo smisurato potere dei miliardari e delle multinazionali.
Sanders ha poi sottolineato due aspetti fondamentali in cui la sua campagna sta trionfando: il voto dei più giovani e le politiche audaci che sono sicuramente più popolari delle riforme graduali proposte da Biden.
Bernie Sanders ha ottenuto più dei ¾ dei voti dei giovani tra 18 e 29 anni e gode di una maggioranza tra gli elettori dai 30 ai 44 anni. Anche gran parte degli elettori di origine latina hanno preferito Sanders. Ha conquistato i voti di circa il 90% della comunità araba-americana di Dearbon in Michigan, la periferia di Detroit con il più alto numero di arabi-americani nel paese.
Una chiara maggioranza degli elettori democratici nel paese, a prescindere dal candidato per cui hanno votato, è a favore di un sistema sanitario universale come “Medicare for All”, al posto dell’attuale sistema privato (basato sul profitto delle compagnie assicurative). Questo fattore vale anche in Mississippi.
“C’era una coalizione che avrebbe potuto vincere, una coalizione progressista che potrebbe ancora vincere, ma ovviamente le possibilità di vittoria sono molto più basse” riflette Naomi Klein. “Qui non si tratta di Bernie. Le persone in questo movimento non stanno combattendo per Bernie Sanders. Stanno combattendo per un sistema sanitario universale. Stanno combattendo per un Green New Deal. Stanno combattendo per tutti i problemi che vanno risolti per la loro sopravvivenza.”
Sia Biden che Sanders hanno cancellato i loro raduni serali del Super Martedì II per la minaccia del Coronavirus. Poco dopo, Donald Trump ha annunciato un grande raduno a Milwaukee la prossima settimana.
In questi tempi di contagio e crisi, i democratici dovrebbero richiedere più dibattiti e partecipazione degli elettori, non meno, per fare da vaccino contro il leader antiscientifico che ci pone tutti in una situazione di pericolo.
Traduzione dall’inglese di Andrea Colombo