“Non è facile per noi. Ci mancano molto le nostre famiglie e siamo sempre in contatto con loro, che stanno attraversando enormi difficoltà, ma abbiamo molta perseveranza per affrontare tutto questo e tornare alla normalità. Vi dico che sconfiggeremo questa malattia, sconfiggeremo questa epidemia e realizzeremo il nostro sogno di giocare di nuovo a Wuhan molto presto”. Questa è la dichiarazione di Yao Hao Lin, capitano della squadra di calcio Wuhan Zall, a Madrid alla fine di febbraio. L’incredibile storia della squadra partita dalla ormai famosa città cinese il 2 gennaio scorso, che ancora non sa quando potrà riabbracciare le proprie famiglie, è raccontata il 6 marzo sul quotidiano argentino Clarin.
Scrive Hector Gambini che il gruppo di sportivi è partito all’inizio di gennaio da Wuhan in cerca di un clima meno rigido per iniziare gli allenamenti in vista del successivo campionato, inizialmente al sud della Cina e poi a Malaga, dove erano previsti anche degli incontri amichevoli con squadre europee.
Dopo la prima parte della preparazione a Guangzhou, proprio quando la squadra si accingeva a tornare a Wuhan per una pausa di una settimana, per festeggiare la festa della Primavera, l’autorità cinese ha decretato la chiusura della città: nessuno esce, nessuno entra. Ai giocatori non è rimasta altra scelta che continuare il programma di preparazione atletica viaggiando verso la meta europea, ovviamente dopo un check-up medico che li ha diagnosticati tutti negativi.
Nonostante ciò a Malaga le squadre che avevano previsto di giocare amichevolmente con il Wuhan Zall, una dopo l’altra, hanno declinato l’appuntamento con le scuse più inverosimili. Nonostante i ripetuti test che continuano a dimostrarsi negativi, i giovani giocatori cinesi sono rimasti confinati in un allenamento senza fine e senza prospettive, con l’eccezione di una partita con la selezione senior di una squadra andalusa. Una sorta di allenamento eterno e crudele: essere pronti a giocare con nessuno e non tornare mai più a casa. Alcuni di loro hanno figli a Wuhan, che non vedono ormai da due mesi, molti hanno parenti infettati dal virus, uno ha perso la nonna, un altro riceve la notizia di un parente guarito.
Un mese dopo, a Madrid, inviatati dalla Lega spagnola, ricevono in regalo 5 milioni di litri di disinfettante (presi in carico dal responsabile commerciale dell’Ambasciata cinese) e biglietti per andare a vedere il “Clasico”, la sfida tra il Real Madrid e il Barcellona.
Questa epidemia continua a regalarci pagine di storia degne di un film di Bunuel.
https://abcnews.go.com/Sports/wireStory/stuck-spain-wuhan-soccer-team-watch-madrid-bara-69303079