Recentemente, per i tipi di ETS, è stato pubblicato il libro di Laura Langone: Nietzsche: filosofo della libertà. Laura Langone è dottoranda in Germanistica presso l’Università di Cambridge e vincitrice, nel 2017, del Primo Premio per la sezione «saggio filosofico inedito» nella XI edizione del Premio Nazionale di Filosofia «Le figure del pensiero».
L’autrice, nel denso e stratificato testo, analizza ed espone con metodo minuzioso il complesso del pensiero nietzschiano alla luce dell’idea di libertà. Quest’analisi, come giustamente pone in risalto Langone, non può prescindere da un’accurata disamina delle considerazioni di Nietzsche sul linguaggio e sulla nascita della civiltà. La struttura grammaticale del discorso comune, difatti, nasconde tutte le insidie della metafisica, le astrazioni logiche delle sue più inquietanti idee volte a svalutazione dell’elemento terreno e del concreto.
Alla vera libertà di cui il post-metafisico nietzschiano è capace, ricongiungendo essere e diveniente, eterno ritorno e volontà di potenza, libertà concreta e necessità del destino, la metafisica aveva sostituito l’idea astratta dell’essere immutabile e di un soggetto agente in virtù di un volere libero. Le conseguenze, per Nietzsche, sono di portata universale e coinvolgono, come argomentato nella Genealogia della morale, sia la prospettiva teologica che la sfera dell’umana giustizia. L’idea di un soggetto immutabile dal quale le azioni sgorgano come ex nihilo è la base su cui la giustizia sommaria delle classi dominanti teologiche può appoggiarsi per creare il concetto di colpa, atto mediante il quale, in un circolo vizioso di cui il vissuto dell’eterno ritorno nietzschiano è l’esatto contrario, continuare a dominare le anime appesantendole di valori ad esse estranei e per questo fuorvianti rispetto alla possibilità della creazione di nuovi ed infiniti sensi. La vera libertà non si distingue, come Nietzsche mostrava con grande enfasi poetica nello Zarathustra, dalla più ferrea necessità, il superuomo capace di dire «sì» all’intera esistenza sa difatti riconoscere le proprie infinite possibilità di realizzazione, di vita e di conoscenza anche negli aspetti legati al fato e che dunque la tradizione vuole immutabili ed esistenzialmente inaccessibili. Con ciò ne va dell’idea, ancora tutta occidentale, dell’identità immutabile del soggetto e della passività recettiva dell’oggetto cui questo si volge.
Dall’ontologia alla gnoseologia, dall’etica all’estetica, Laura Langone ripercorre in modo analitico, ma anche creativo ed originale, l’intero excursus filosofico di Nietzsche, ponendo in evidenza, tassello dopo tassello, la sua coerenza interna e lo scarto ineludibile che separa l’uomo rappresentato dalla metafisica-teologica dal superuomo creatore di nuovi valori. Quest’ultimo è pienamente consapevole della propria libertà, poiché la sente sgorgare dalla vita, cioè dalla volontà di potenza concepita come continuo accrescimento di sé nella messa a repentaglio della necessità come mero bisogno. Il circolo della volontà di potenza, il suo incessante divenire, contraddistingue la vita rendendola viaggio periglioso ma anche sconfinata ed appassionata avventura nella sperimentazione di sempre nuovi sensi e significati per un reale fattosi anch’esso, oramai, pluralità e ricchezza di interpretazioni e possibilità imprevedibile per l’esercizio di un’autentica libertà sgorgante da un sempre nuovo sé.