Sono passati quasi due mesi dopo che finalmente il mio coraggio prende il sopravvento e decido di telefonare alla signora Benedetta Bua, la madre di Beatrice, ricevuto il messaggio per l’ intervista guardai infinite volte le fotografie della piccola e più le osservavo e più mi rendevo conto che oggi avrebbe avuto la stessa età di mio figlio.
Qualcosa mi frenava, non riuscivo a ricontattarla perché una parte di me sapeva che non avrei sopportato il dolore della voce di questa donna, una madre a cui è toccato un destino assurdo che poteva essere il mio. Ci mettiamo finalmente in contatto e dopo avere ricercato tutte le informazioni del caso, decido di andare avanti, non solo per la piccola Beatrice ma soprattutto per tutti i bambini del mondo che mai, mai dovrebbe essere smorzata la voce del loro dolore di fronte alla giustizia. Una giustizia che come ci racconta Benedetta è fatta di muri, muri che pensi di poter abbattere ma … che all’ improvviso grazie alla burocrazia ed alla forza delle strutture mediche si ergono più solidi che mai.
Quando si parla di malasanità è giusto distinguere l’errore umano che tutti sappiamo possa accadere, dal dolo che porta un medico a sottovalutare la vita di un paziente, senza valutarne le possibili conseguenze, questo è ciò che si è verificato nella sala operatoria il 3 Luglio del 2018 alle ore 10.30 del mattino, presso l’ ospedale S. Vincenzo di Taormina ora in cui ebbe inizio l’ incubo, la fine della piccola Bea e l’ inizio di una faticosa battaglia. Il tutto si svolge nell’ ospedale di Taormina, in Sicilia, dove le viene diagnosticata una Div, un difetto interventricolare, cioè un foro nella parete che separa i due ventricoli (setto interventricolare) ed è la cardiopatia congenita più frequente venendo riscontrata in oltre il 30% dei bambini cardiopatici. Bene precisare che Beatrice non era una bambina provata, anzi come dichiarato anche dall’ autopsia redatta dai Periti della Procura di Roma esercitata direttamente sul corpicino della piccola che scredita brutalmente quella dei periti per la difesa dell’ equipe medica, ovviamente impegnati in questi due anni nel continuo intento di insabbiare il caso. L’ autopsia conferma quindi la totale negligenza dei chirurghi quella mattina in sala operatoria, la piccola cresceva sana e forte e questa come potrete verificare anche personalmente, non si trattava minimamente di una operazione urgente, non avendo possibilità di attingere a referti attendibili poteva quindi essere serenamente rinviata. Cosa accade invece quel 3 luglio in sala operatoria? Accade che la piccola Beatrice viene tenuta sotto sedazione generale a soli 4 mesi di vita per ben dodici ore, nessuno sa e forse saprà mai cosa accadde realmente quel giorno nella stanza asettica in cui giaceva la bambina, ma Benedetta racconta con la voce strozzata dal dolore che la vide uscire piena di tubicini ed il corpicino “ devastato”, ancora le parole di Benedetta danno i brividi quando racconta che in presenza di altri testimoni il chirurgo facente parte dell’ equipe cardio chirurgica dell’ ospedale Bambin Gesù dichiara di avere commesso un errore perché è entrato in sala operatoria con una angio tac illeggibile, Beatrice non poteva essere affetta da uno sling polmonare e tanto meno da una DIV, perché a Beatrice mancava del tutto l’arteria polmonare sinistra!
Finalmente vi sarà il processo grazie alla procura di Roma che ha confermato l’ incidente probatorio, nell’autopsia viene dichiarata infatti la totale incompatibilità in merito alle dichiarazioni del chirurgo che operò Beatrice, smentiscono infatti che lui fece un abbocco per alimentare il polmone, portando invece la bambina ad una probabile emorragia.
Il chirurgo dichiarò quindi di avere perso tutte quelle ore in sala operatoria nell’ intento di ricostruire l’arteria polmonare, teoria totalmente screditata dai periti della procura di Roma, dobbiamo quindi porci la domanda: perché il corpicino di Beatrice era martoriato in quel modo? Cosa è accaduto per 12 ore in quella sala operatoria portando la bambina ad un arresto cardiaco con conseguente ischemia cerebrale? Perché sapendo che la tac era illeggibile il chirurgo ed il cardio chirurgo non hanno fermato l’ operazione non essendo questo un intervento d’ urgenza?
I dati mondiali dell’ OMS ci danno un quadro ben preciso di ciò che è accaduto a questa famiglia, delineando una palese negligenza ed una bassa attenzione all’ importanza del paziente. Sono 5 milioni i morti in un anno tra il 2018 ed il 2019 a causa di un’assistenza sanitaria di scarsa qualità.
Il dato è preoccupante se si accosta ai 3,6 milioni di decessi causati dalla mancanza stessa di cure. I dati dell’ OMS emergono da uno studio sulla malasanità pubblicato sulla rivista The Lancet , secondo la rivista è cinque volte superiore anche rispetto alle morti annuali per Aids (pari a un milione) e oltre tre volte più alto rispetto ai decessi per diabete (1,4 milioni). Le cure di bassa qualità sono responsabili dell’84% delle morti cardiovascolari, della metà delle malattie che colpiscono le donne durante o dopo il parto e del 61% di quelle che colpiscono i neonati.
“La qualità dell’assistenza non è un dato di fatto. Ci vuole visione, pianificazione, investimento, compassione, esecuzione meticolosa e monitoraggio rigoroso. Anche della più piccola e remota clinica”, ha commentato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’Oms.
Ciò che lascia perplessi in casi come questo è sapere che innanzi alla palese negligenza di un professionista gli venga ancora permesso di poter esercitare liberamente la propria professione, restando completamente nell’anonimato anche nell’aula del tribunale in cui in questi giorni vi è stata l’ udienza per l’avvio al processo che attende la terza perizia, quella di parte, cioè della famiglia della piccola Beatrice che avverrà il 6 Luglio 2020, per far si che il giudice possa esaminarla e confermare quella stilata presso la procura di Roma. Sconvolgente è stato sia per questa famiglia che per gli avvocati udire pochi giorni fa in tribunale la richiesta dei legali dell’ospedale per l’annullamento della perizia che vedrebbe indagati i chirurghi… richiesta ovviamente rigettata dal giudice senza mezze misure.