“Libera come una donna – Di troppo entusiasmo, la camminata c’è nata!”. Questo il nome dell’iniziativa lanciata da due giovani attiviste, Barbara e Valentina, che in abito da sposa percorreranno a piedi la via Francigena. Un viaggio che intende essere un simbolico percorso di cambiamento finalizzato alla sensibilizzazione sul tema della libertà delle donne.
Un cammino per approfondire le questioni di genere nell’Italia dei nostri giorni, un simbolico viaggio di trasformazione sociale, un progetto di sensibilizzazione sul tema della libertà delle donne.
Tutto questo vuole essere “Libera come una donna – Di troppo entusiasmo, la camminata c’è nata!”, iniziativa ideata da Barbara Cassioli e Valentina Costi che dall’8 al 31 marzo percorreranno la via Francigena, per ricercare e smascherare tutte quelle forme di limitazione personale che le donne ancora al giorno d’oggi vivono.
Barbara Cassioli e Valentina Costi
«Dalla pressione sociale che ci vuole mogli e madri, esteticamente perfette, passando per le molestie, i ‘se l’è andata a cercare’, le retribuzioni inferiori sul lavoro, la sequenza che vede la donna come oggetto e come vittima culmina nei maltrattamenti familiari e nel femminicidio», spiegano le due attiviste che hanno deciso di camminare insieme da Lucca a Roma.
Nel farlo raccoglieranno le storie di vita delle pellegrine e delle donne incontrate lungo la via e scatteranno delle fotografie che, in un secondo momento, andranno a comporre una mostra itinerante.
«L’idea di mettermi in cammino per 23 giorni è una sfida, qualcosa che – da un lato – temo come tutto ciò che è nuovo e dall’altra mi attrae, visto che uscire da ciò che so fare m’insegna che i limiti sono principalmente nella mia testa», afferma Barbara, educatrice in fuga da un sistema che trova poco autentico. Dopo aver terminato il suo primo viaggio senza soldi, ha trascorso i mesi scorsi con Valentina a raccogliere olive ed agrumi in una cooperativa sociale nella Locride Calabrese.
Ed è così che “trasportando olive e travasando olio”, come ricorda Valentina, ha preso forma il loro progetto.
Le due giovani ora sono pronte per partire per questa nuova esperienza che compiranno indossando un abito da sposa: protagonista, metafora, mezzo e oggetto che verrà condiviso con le donne intervistate e fotografate.
L’idea di utilizzare un abito da sposa nasce dall’esperienza dell’artista e compagna Pippa Bacca che, nel 2008, durante l’iniziativa “Brides on Tour. Spose in Viaggio”, venne brutalmente uccisa in Turchia. Nel 2019, a pochi giorni dalla partenza di Barbara che ha lasciato Bologna per raggiungere Lampedusa (Travel4Mediterranea), proprio una conoscente, riferendosi a quanto appena citato, le ricordò che “di troppo entusiasmo qualcuna c’è morta”. Questo seme, inizialmente amaro e doloroso da ricevere, è stato trasformato in un’ azione volutamente ispirazionale, liberatoria e liberante. Un’azione Libera.
«Percorrere la via Francigena ricordando Pippa Bacca e dialogando con le altre pellegrine (e pelligrini!) sul tema delle libertà femminili – continua Barbara – è un modo per coniugare viaggio ed impegno sociale, per mettere in pratica – una pratica autentica – la mia esperienza come operatrice sociale attraverso una delle mie passioni più forti. Credo sarà l’occasione per fare molti incontri importanti, per ricordarmi e ricordarci che la libertà è un diritto acquisito – in parte – da difendere per noi stess* e per le future generazioni.
Lo faccio per me, per andare a sciogliere i nodi che ancora ci sono nella relazione col maschile e con una società limitante per tutt*, per mia nipote affinché cresca in una società paritaria e pacifica, lo faccio per ricordare – in un modo “ri-bello”- le tante, troppe vittime dei femminicidi e della violenza patriarcale, i tanti, troppi modi di limitare l’espressione personale, ancora, oggi, nel 2020, in Italia».
Un viaggio che intende essere dunque un simbolico percorso di cambiamento finalizzato alla sensibilizzazione sul tema della libertà delle donne. ”Libera come una donna” – afferma Valentina – è il mio nuovo femminismo.
Il femminismo per il quale ora ci metto la faccia e lo porto in giro , nei luoghi dove le persone sono, sì abituate ad una visione diversa della vita, ma dove magari non si aspettavano di trovare persone con cui affrontare certi argomenti. È il mio modo di proseguire il corteo dell’8 marzo anche oltre la piazza d’arrivo, di uscire dalla manifestazione e ricordarci che il cambiamento si opera anche in tutti i gesti del quotidiano. Anche in camminata sulla Francigena. Per me questo progetto rappresenta l’indossare il femminismo e portarlo in giro (in maniera ancora più visibile) tra salite e discese, sentieri alberati e case di sasso».
E noi, con tutto l’entusiasmo verso il cambiamento che ci contraddistingue, non possiamo che augurare a Barbara, a Valentina, e a tutte le donne, buon viaggio!
È possibile seguire la mappa del viaggio delle due attiviste sul loro blog e unirsi in qualsiasi momento al loro cammino.